Russia, Putin allarga l’esercito. Zelensky: “Nuova fase della guerra”

(Adnkronos) –
Vladimir Putin allarga l’esercito della Russia. Volodymyr Zelensky prepara l’Ucraina all’inverno e alla nuova fase della guerra. Il conflitto, cominciato da quasi 650 giorni, mette a dura prova la tenuta dei due apparati militari. Mosca e Kiev devono fare i conti con le perdite provocate da una guerra di posizione, da mesi caratterizzata da scontri durissimi ad Est, con cambiamenti minimi negli equilibri. 

Putin, con un suo decreto, cerca di dare una sterzata aumentando di quasi 170mila il numero dei militari russi, come riferisce l’agenzia di stampa russa ‘Tass’ spiegando che il decreto che è stato pubblicato sul sito web del Cremlino. Secondo il provvedimento l’organico delle forze armate è fissato a 2.209.130 unità di cui 1.320.000 militari. In precedenza si parlava di 2.039.758 unità di cui 1.150.628 militari. 

Secondo il ministero della Difesa russo non sarebbe però prevista una mobilitazione. L’aumento, quindi, in tempi brevi non dovrebbe riflettersi su un incremento delle forze al fronte: dovrebbe essere attuato in più fasi e riguardare in particolare i cosiddetti soldati a contratto, ha spiegato il ministero. L’aumento del numero di militari, ha spiegato il ministero, “è dovuto alle crescenti minacce al paese associate alla conduzione di un’operazione militare speciale e alla continua espansione della Nato”. 

 

A Kiev, intanto, Zelensky in un’intervista all’Ap delinea uno scenario destinato a mutare: “Siamo entrati in una nuova fase della guerra, questo è un fatto, L’inverno rappresenta una nuova fase della guerra”, dice, mentre in Ucraina sono arrivati i rigori dell’inverno e la Russia ha ricominciato bombardamenti di città e infrastrutture dell’energia. I russi negli ultimi giorni sono diventati significativamente più attivi sul fronte di Marinka, nell’oblast’ di Donetsk. Le forze russe stanno prendendo d’assalto le posizioni ucraine da più lati contemporaneamente, sia a Mariinka che nelle aree limitrofe. 

L’Ucraina parallelamente conduce azioni mirate. Le forze armate hanno colpito con missili tre aree di concentrazione di personale, armi e attrezzature militari, nonché cinque depositi di munizioni russe.  

Zelensky deve fare i conti anche con questioni interne e, nel verso senso della parola, domestiche. La first lady ucraina Olena Zelenska non vuole che suo marito si ricandidi. Ad affermarlo secondo quanto riferisce ‘Ukrainska Pravda’, è la stessa moglie del presidente in un podcast dell’Economist. “Non voglio che sia presidente per il prossimo mandato o per i prossimi due mandati”, sottolinea la moglie di Zelensky che pensa che il marito debba trovare qualcosa di nuovo nella sua vita. 

I giornalisti dell’Economist hanno chiesto a Zelenska come vede il futuro dopo la guerra per se stessa e la sua famiglia. “La nostra famiglia sarà di nuovo insieme. Vivremo insieme, con mio marito e i miei figli. Sempre. Prendiamoci una vacanza e andiamo da qualche parte, non so nemmeno dove, ma stiamo insieme, tutti e quattro. E questa vacanza sarà lunga, un mese intero. Dopodiché penseremo a cosa fare dopo, io e lui”, spiega la moglie del presidente ucraino. 

 

I servizi di sicurezza ucraini hanno rivendicato di aver fatto esplodere un secondo treno carico di carburante nella remota regione russa della Buriazia, nella Siberia centro meridionale. Lo scrive Ukrainska Pravda, citando fonti dei servizi di sicurezza ucraini (Ssu). 

L’esplosione, viene spiegato, è la seconda fase di un’operazione speciale condotta dall’Ssu per mettere fuori uso la linea ferroviaria Baikal-Amur, importante per la logistica russa. Un primo treno merci era stato fatto esplodere nel tunnel di Severomuysky. I russi hanno deciso allora di deviare il traffico ferroviario attraverso il ponte del Diavolo. Ma i servizi ucraini, che lo avevano previsto, hanno fatto allora saltare il ponte, alto 35 metri, mentre passava un treno. Secondo diversi canali Telegram russi, ben sei vagoni carichi di carburante hanno preso fuoco. “I servizi speciali russi devono abituarsi al fatto che la nostra gente è ovunque. Anche nella lontana Buriazia”, concludono i servizi di Kiev.