Per il secondo fine settimana consecutivo, migliaia di manifestanti russi sono sono scesi in piazza per protestare contro l’arresto di Alexksej Navalny, il principale oppositore di Vladimir Putin. Da Vladivostok a Mosca, i cittadini hanno manifestato pacificamente, sventolando al cielo due simboli della corruzione del Cremlino: le mutande indossate ad agosto da Navalny, che contenevano l’agente nervino Novochok, il giorno dell’avvelenamento, e lo scopino da wc per ricordare l’immenso palazzo di Putin sul Mar Nero denunciato da Navalny.
Durissima la risposta degli agenti. I media indipendenti locali parlano di circa 5.000 arresti, tra cui Yulia, moglie di Navalny, fermata e poi rilasciata dopo alcune ore dalla polizia.
Nei giorni scorsi il Tribunale di Mosca aveva respinto la richiesta di scarcerazione di Navalny ed erano state eseguite diverse custodie cautelari per alcuni suoi collaboratori. Domani, martedì 2 febbraio, un giudice deciderà se Navalny dovrà scontare in cella 3 anni e mezzo per una precedente condanna di appropriazione indebita di denaro pubblico. Su di lui in Russia pende anche un’accusa per frode.
Medvedev: Navalny “canaglia”
Dmitry Medvedev, vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, ha definito Navalny una “canaglia politica”, “una persona che per arrivare al potere utilizza tecniche sconsiderate e ciniche”.
Le reazioni
La repressione della polizia è stata condannata da Washington e Bruxelles. Anthony Blinken, segretario di Stato americano, ha criticato le violenze brutali del Cremlino nei confronti di manifestanti pacifici e giornalisti. Sulla stessa lunghezza d’onda Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione europea. “Grossolane interferenze esterne”, ha replicato Mosca.