La sentenza per lo ‘stralcio senese’ del processo Ruby ter, che vede imputato Silvio Berlusconi per corruzione in atti giudiziari è prevista per domani. Il Cav è ancora al San Raffaele di Milano, dove si è ricoverato otto giorni fa per controlli post Covid, come precisato dal suo staff, motivo per cui i suoi avvocati hanno ottenuto il rinvio (il quinto) per legittimo impedimento dell’ultima udienza fissata l’8 aprile scorso. In questi giorni era circolata la voce di un Cav tentato dall’idea di presentarsi davanti ai giudici per raccontare la sua verità. Ma, raccontano fonti azzurre all’Adnkronos, l’ex premier dovrebbe restare in ospedale, seguendo il consiglio dei medici, d’intesa con i legali.
Non si muoverà, dunque, da Milano, il presidente di Fi, che oggi, intanto, ha incassato la solidarietà di Matteo Salvini, anche lui alle prese con alcuni processi, tra Catania e Palermo. ”Ho sentito Berlusconi sia ieri che l’altro ieri, gli unici al processo vero siamo io e lui”, rivela il ‘Capitano’ che aggiunge: ”I suoi avvocati mi chiederebbero di star zitto ma penso che non sia degno di un paese civile quello che sta subendo Berlusconi ancora in questo periodo, in diverse procure…”. E ancora: ”Ritengo che a Siena ci sia tanto da capire, non niente da capire…”. La difesa dell’alleato avrà fatto sicuramente piacere al Cav, che raccontano sempre amareggiato dall’uso politico della giustizia.
Dal ricovero, avvenuto il 6 aprile scorso dopo la Pasqua trascorsa in Provenza a casa della primogenita Marina, Berlusconi è rimasto in silenzio: niente interviste, niente video messaggi, ma assoluto riposo nella suite del reparto solventi al sesto piano del padiglione ‘Diamante’ che già in passato lo ha ospitato durante le degenze all’ospedale meneghino per gli acciacchi che lo hanno afflitto in questi anni: dall’uveite all’intervento di sostituzione della valvola cardiaca agli ultimi periodici check up cardiaci dopo la lunga convalescenza per la positività al Coronavirus. Allo stato, non si sa quando sarà dimesso. Si parlava del rientro a casa in settimana. Bisognerà aspettare domani per vedere cosa succederà.
Non sempre il certificato medico dell’imputato è sufficiente per ottenere l’automatico differimento dell’udienza penale a causa del legittimo impedimento. Per porre un freno all’uso come tecnica di dilazione ai fini della prescrizione del reato, alcune pronunce della Cassazione hanno attribuito al giudice la facoltà di decidere: spetterà a lui valutare se le prescrizioni mediche contenute nel referto indichino una condizione di salute davvero invalidante dell’imputato, tale da escludere la possibilità di comparire in udienza, indicando piuttosto una mera prognosi di cura e riposo presso il domicilio.