(Adnkronos) –
Un processo alla morale più che codice alla mano. Le difese delle ragazze che partecipano alle cene di Arcore e sono imputate nel processo milanese Ruby ter rivendicano uno stesso concesso: nelle aule di giustizia si torni a parlare di reati e non di fatti privati. “Puoi andare a letto con chi vuoi e trovo abbastanza sconcertante che se ne debba parlare in un’aula in cui si parlava degli assassini di Walter Tobagi, in cui hanno sfilato i capi della ‘ndrangheta e ci sono stati altri processi terribili. Dobbiamo discutere di cosa fa qualcuno nella camera da letto? Siamo nel 2022, a me non frega nulla”. Sono le parole usate in aula dal’avvocato Ivano Chiesa che difende Aris Espinosa (4 anni la richiesta della procura) e Ioana Visan (3 anni e 6 mesi).
“Se io sparo a un morto è un omicidio? No. Come fa a esistere la falsa testimonianza di un non testimone?” tuona in aula il difensore che si scaglia contro la decisione della procura di chiedere, durante la requisitoria, la revoca dell’ordinanza con cui il tribunale di Milano, lo scorso 3 novembre, ha dichiarato inutilizzabili le testimonianze di alcune ex olgettine rese nel processi Ruby e nel Ruby bis e che rischiano di ‘azzoppare’ parte delle accuse a carico dei 29 imputati di questo processo, tra cui Silvio Berlusconi. “Da quando difendo Fabrizio Corona il moralismo zampilla, ma se entra nelle aule esce la giustizia”.
E di “vicenda mediatica che ha riguardato comportamenti privatissimi e che ha contribuito a creare una densa nebbia che ha sovrapposto giudizi morali a giudizi penali” parla l’avvocato Patrizia De Natale, difensore di Lisney Barizonte per la quale è stata chiesta la condanna a 3 anni e sei mesi. “Se riusciamo a guardare attraverso quella nebbia e guardare i fatti nei loro accadimenti potremmo renderci conti dell’irrilevanza dei fatti contestati. L’accordo corruttivo è una presunzione, si presume ci sia stato perché ci sono delle dazioni di denaro”, ma i soldi sono “un’anomalia”. Per la prima volta in un processo “c’è il prezzo della corruzione che arriva da pagamenti su conti personali, tracciabili e dichiarati. E’ una fortissima anomalia. Perché è una persona dovrebbe farsi corrompere per mentire in aula su baci, toccamenti che hanno un disvalore ma che non costituiscono reato e poi dichiarare spontaneamente il prezzo della corruzione? Non è logico”. E di assenza di corruzione parla anche Andrea Buondonno, difensore della modella Iris Berardi.
Di “codice laico che prevede dei reati” parla Marco De Giorgio, difensore di Francesca Cipriani e Miriam Loddo che parla di “processo storico: se lo si saprà analizzare sarà una via di uscita illustre da un processo che nasce il 17 febbraio 1992, dal momento in cui purtroppo, piaccia o meno, la giustizia smette di reprimere e diventa una leva forte per sensibilizzare la massa”. Il difensore chiama in causa l’ex magistrato Ilda Boccassini, mostrando in aula il suo libro, con l’auspicio che “questa guerra iniziata nel ’94 con la foga di smontare il personaggio che milioni di italiani hanno votato” finisca. “La magistratura chiuda un capitolo angosciante, del tutto inutile e si torni a fare giustizia”. La prossima udienza, dedicata ad altre difese, è in calendario il 21 settembre prossimo.