Chi vive a Roma ed ama la storia della città conosce la bizzaria, specialmente nell’area del Foro e dell’antica Suburra, dei leggendari ‘strati sedimentati’ ciascuno dei quali corrispondenti ad una precisa epoca romana. Da qui ‘l’impazzimento’ degli archeologi’ i quali, terminato uno scavo, andando più a fondo ne scoprono subito uno nuovo.
Ma oggi, in fatto di scavi, la notizia del giorno è che è stato rinvenuto un sarcofago scavato nel tufo del Campidoglio, risalente al VI secolo A.C. e che, a detta, degli archeologi è addirittura il sepolcro di Romolo, il primo Re dell’Urbe, fondatore di Roma.
In realtà a motivare con quasi certezza l’esito di questo prestigioso scavo, è stata la copiosa documentazione che nei primi del ‘900 assorbì totalmente Giacomo Boni il quale, era certo che limitrofo al Foro, laddove sorge il Lapis Niger, era ipotizzabile la presenza di un ‘heroon’ intitolato al primo Re dell’Urbe. Di qui il grande sforzo operato dal Parco archeologico del Colosseo, le cui indagini archeologiche hanno permesso di individuare nei pressi della Curia-Comizio, una sorta di pertugio sotterraneo, la cui interno è stato poi scoperto il sarcofago in tufo lungo un metro e 40 cm, sovrastato a mo di altare da un elemento circolare.
Già Varrone (proficuo ‘giornalista’ dei tempi), come riportato negli Scoliasti di Orazio, Epod. XVI, aveva accennato all’ubicazione della tomba di Romolo alle spalle dei Rostra Repubblicani, dove è poi stato eretto il complesso della Curia. Guarda caso proprio lì, in quanto dove morì Romolo, su un luogo definito quindi ‘funesto’, venne posato il Lapis Niger, che oggi abbiamo scoperto esser stato posato perfettamente in linea con il sottostante labirinto funereo del Fondatore di Roma…
Max