Pochi si interrogheranno sul perché migliaia di lavoratori rinunceranno allo stipendio per un’intera giornata, cosa che di questi tempi pesa non poco su buste paga sempre più magre. I trasporti in Italia stanno morendo soffocati dall’ideologia delle privatizzazioni, dalle incapacità manageriali, dalla mancanza di un progetto complessivo di mobilità. Tutto è finalizzato solo a fare cassa e maggiori profitti, con una enorme perdita di posti di lavoro. Ma i lavoratori non ci stanno più e con gli scioperi del 29 e 30 maggio, oltre a difendere occupazione e salari, sollevano il problema dei problemi ovvero, la mobilità in Italia può fare a meno di un sistema di trasporto efficiente che svolga un ruolo di motore dello sviluppo economico del Paese e al tempo stesso sia socialmente ed ecologicamente sostenibile?. Noi siamo convinti di sì – continua il sindacalista – ma serve un rinnovato e concreto ruolo economico diretto dello Stato, un sistema di controllo pubblico dell’intero comparto; serve un piano generale dei trasporti che fissi la barra dritta verso il soddisfacimento del bene comune; servono rapporti chiari tra aziende e lavoratori, serve meno precarietà e più occupazione, serve democrazia sui posti di lavoro. Per questo i lavoratori scioperano il 29 e il 30 maggio. Per questo chiediamo ad utenti e cittadini di comprendere che questa lotta si combatte anche e soprattutto per assicurare un servizio di trasporto più sicuro ed efficiente.