Nella giornata della liberazione Clemente Scifoni viene omaggiato con una panchina a lui dedicata nel giardino di Vicolo del Cedro a Trastevere. “Scusate, sono un uomo di azione e non di parole”, così avrebbe risposto Clemente Scifoni, emozionato, se ieri si fosse trovato nel mezzo di questa celebrazione a dover affrontare un discorso. Il ringraziamento per la realizzazione di questa panchina va a Sabrina Alfonsi, presidente del I municipio, ad Anna Vincenzoni, assessora all’ambiente e alla mobilità del I municipio, a Marta Leonori, capogruppo del Partito Democratico alla Regione Lazio, alla compagnia teatrale “Voci nel Deserto”, all’artista che l’ha realizzata, Simona Sarti, e alla famiglia Scifoni.
Una manifestazione quella di ieri per omaggiare uno degli ultimi gappisti che ha combattuto apertamente il nazifascismo nel periodo della Resistenza. Era uno degli esponenti più giovani del gruppo di Torpignattara che si era specializzato nel sabotare gli automezzi tedeschi che trasportavano armi e soldati e che attraversavano le strade dell’Appia, della Casilina e della Prenestina. Fu catturato, portato a via Tasso e torturato, fino a quel fatidico 4 giugno in cui a Roma arrivarono gli alleati.
Di storie da raccontare ne aveva tantissime; eppure, viene ricordato come un uomo schivo, riservato che non ha mai messo sotto i riflettori le sue azioni. Sulla panchina, realizzata e progettata dall’artista Simona Sarti, c’è questa scritta:
“Recordare sempre
Testimonianza che non muore
avanzamento del tempo
nel ricordo di chi ancora parla
immagini strumento
emozioni implacabili
elogio ai giusti
che perseguitati hanno donato la vita
in soccorso dell’altro
in ricordo di Clemente Scifoni”
“La storia va ricordata, non va celebrata. Questo assunto vale solo a condizione che la storia sia diventata un effettivo patrimonio di valori per quel popolo, che quel popolo abbia fatto i conti con il suo passato. Fino a quando ci sarà il tentativo, che dal dopoguerra ad oggi non ci ha mai abbandonato, di negare gli eventi, gli uomini, le donne che hanno lottato per liberare questo paese, la storia deve essere allora celebrata, attraverso ogni modo.” – Patrizio Scifoni, nipote di Clemente Scifoni
“Il valore della memoria è il fondamento del futuro delle nuove generazioni”, parole di chi ha a cuore un passato che non andrebbe mai dimenticato. Così Stefano Miceli racconta l’importanza della resistenza, offrendo assieme alla sua compagnia teatrale “Voci nel deserto” delle letture simbolo durante la celebrazione di ieri in onore di Clemente Scifoni.
“Clemente Scifoni ha fatto quello che ha fatto per tutti noi. Se oggi noi possiamo godere della libertà che abbiamo, lo dobbiamo anche a persone come Clemente Scifoni che ha scelto a suo tempo, a 17 anni, di diventare partigiano.” – Stefano Miceli, blogger