“Vogliamo ringraziare con tutto il cuore Gianluca “Lione 2”, il tassista che stamane ha soccorso un turista irlandese che si era accasciato a terra per un attacco cardiaco nei pressi della stazione Termini – affermano Giorgio Trabucco ed Elisabetta Lancellotti della Lista Civica Gualtieri Sindaco – Con prontezza di intervento, infatti, il conducente ha preso il defibrillatore che aveva nel taxi e ha letteralmente salvato la vita al turista. Saverio, altro taxi che si trovava nei pressi, si è poi offerto di accompagnare la moglie dello sfortunato protagonista in ospedale. Una notizia che non solo ci riempie di gioia per il suo epilogo ma che, ancora una volta, ci deve far riflettere sull’importanza della cardio protezione e della diffusione dei defibrillatori sul territorio in maniera più capillare possibile. Non sappiamo che piega avrebbe preso questa vicenda se il tassista non si fosse trovato nei pressi al momento giusto. Non possiamo permettere di mettere a rischio vite umane per carenza di dispositivi così fondamentali e nostro obiettivo come amministratori di questa città sarà quindi proprio quello di promuoverne la diffusione con azioni mirate”.
Fin qui la ‘doverosa’ nota di merito, scritta dai consiglieri comunali eletti nella lista CG, Trabucco e Lancellotti. Ma la realtà è invece molto più grave ed amara
Eroico il tassista, ma pessimo il Comune di Roma, incapace di garantire una rete di primo soccorso in luoghi così affollati
E’ indubbiamente fondamentale la disponibilità di tali apparecchiature salvavita in quanti più luoghi possibili tuttavia, andrebbe invece sottolineata l’inciviltà di un comune, come quello capitolino, totalmente incapace di organizzare una rete sanitaria di pronto intervento, ancor più in luoghi di grandissimo accesso – come gli scali ferroviari, gli aeroporti e strutture volte a raccogliere grandi quantità di persone – oltretutto in prossimità delle giornate festive.
La civiltà di una città poggia soprattutto sulla capacità di assicurare servizi di prima necessità. Altro che metropoli cosmopolita qui siamo ancora nel terzo mondo…
Max