L’ultimo tentativo di rimanere aggrappati alla zona Champions attraverso il campionato finisce malinconicamente in un Olimpico surreale con la Curva Sud prima silenziosa e poi deserta per protesta contro il divieto di esporre uno striscione.
Un pareggio con la Salernitana decreta definitivamente la finale di Europa League come ultimo passe partout per il paradiso calcistico dopo un campionato ricco di rimpianti e che con la penalizzazione della Juve alimenta il dibattito sulla posizione
dei giallorossi.
“Non ho mai parlato di Champions, con 7 milioni spesi sul mercato più che un miracolo serviva Gesù Cristo in Vaticano“, dice Mourinho a fine gara per giustificare l’attuale sesto posto e presa per buona l’affermazione (anche se Pinto a inizio stagione affermava giustamente il contrario) verrebbe da dire che anche vedere la Lazio di Lotito seconda no rientrava nei programmi iniziali di una stagione per certi versi irripetibile.
Con le grandi che hanno fatto cilecca (12 sconfitte in campionato per l’Inter, Milan a singhiozzo e Juve soffocata dalle inchieste) e la
Roma di Mourinho che aveva il dovere di centrare l’obiettivo visto l’andamento del torneo.
Penalizzata dagli infortuni (ma chi non ne ha avuti?) e da qualche svista arbitrale, la squadra giallorossa ha ripiegato troppo presto sull’Europa League che segnerà a questo punto il confine tra una stagione indimenticabile e una fallimentare (l’eliminazione contro la Cremonese in Coppa Italia e i due derby persi gridano ancora vendetta).
Della gara con i granata del tarantolato Paulo Sousa c’è poco da dire. Primo tempo scarico e sotto tono, ai confini della demotivazione generale, con la Salernitana che passa con Candreva al primo affondo. Certo, una difesa a tre
schierata con Bove nel pacchetto difensivo (!) non aiuta a dormire sonni tranquilli ma la Roma resta in partita e nella ripresa, con l’ingresso di pellegrini e Matic e Llorente
in difesa si rivede una squadra più logica e vogliosa. Il pareggio all’alba del secondo tempo di El Saarawy illude ma nel momento migliore arriva il raddoppio di tacco di Dia e la rincorsa deve faticosamente ricominciare.
Il meritato pareggio di Matic (clonatelo!) arriva solo all’83 e nell’infuocato finale un colpo di testa di Cristante potrebbe regalare ancora speranza.
Attaccanti non pervenuti, centrocampo disastroso nei primi 45’ (quando potremo vedere il vero Wijnaldum?) e, soprattutto, il mistero Dybala che non trova ancora soluzione. Solo tribuna per l’argentino che a questo punto rischia seriamente di non giocare la finale di Budapest.
Ora due giorni di riposo concessi da Mourinho e appuntamento al Franchi sabato pomeriggio per un allenamento mascherato da gara di campionato e che servirà solo a testare la condizione atletica del gruppo con vista Budapest.
Le pagelle di Roma – Salernitana 2-2
Rui Patricio 5,5, Bove 5, Smalling 6, Ibanez 5,5 (dal 46’ Llorente 6), Zalewski 6, Tahirovic 5 (dal 46’ Matic 7), Camara 5 (dal 75’ Cristante 6), El Saarawy 6, Solbakken 4,5 (dal 46’ Pellegrini 6,5), Wijanldum 5 (dal 67’ Abraham 6), Belotti 4,5.
All. Mourinho 5
Claudio Fontanini