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Roma: sofferta e striminzita vittoria col Lecce ridotto in 10. E Dybala rischia un lunghissimo stop

Tre punti e tanta amarezza. La sofferta e striminzita vittoria col Lecce, ridotto in 10 dal 21’ del pt, rischia di costare e pesare tantissimo nel cammino della squadra giallorossa. Almeno fino alla sosta per i mondiali.

Bastava vedere e ascoltare Mourinho in sala stampa dopo la gara per rendersi conto della gravità del momento. Col tecnico portoghese mai così sincero e pronto a vuotare il sacco dei suoi tormentati pensieri. Mai nella mia carriera avevo sofferto così e sperato di arrivare presto al fischio finale con una squadra in superiorità numerica ha detto Mou che ha poi rivelato come sia drammatica, dal suo punto di vista, l’assenza prolungata di Whjinaldum, ovvero di quello che doveva essere il faro del suo centrocampo.

Note dolenti alle quali si aggiungono l’infortunio di Dybala, per il quale si teme un lunghissimo stop, e la ormai cronica carenza offensiva di un attacco incapace di finalizzare le occasioni costruite. Verrebbe da fasciarsi la testa perché immaginare una squadra senza Joja per due mesi lascia intuire quali sarebbero le difficoltà di una formazione incapace di costruire gioco e capace di affidarsi per lo più alle giocate dei singoli.

Certo, la classifica per fortuna è ancora cortissima, e la Roma è lì a giocarsela con le grandi in zona Champions ma alla lunga gli effetti devastanti di infortuni che non consentiranno nemmeno le opportune rotazioni post Europa si faranno sicuramente sentire.

Stavolta la Roma era partita almeno bene. Arrembante e volitiva aveva trovato subito il goal con Smalling (ancora una volta il migliore in campo) e creato due opportunità per mettere in ghiaccio il match. Nemmeno la generosa espulsione di Hjulmand decretata da Prontera ha consentito alla squadra di Mourinho di liberare un calcio troppo lento e ingabbiato per destare preoccupazioni agli avversari che hanno addirittura pareggiato sugli sviluppi di un caotico calcio d’angolo. C’è allora voluto un rigore ad inizio st propiziato dall’unico spunto di Abraham per portare a casa una vittoria che ha regalato sbadigli e preoccupazione nei i minuti finali. Con una scellerata gestione del pallone tanto da far dubitare  Mourinho del suo italiano (come a dire che la squadra non lo ha seguito nelle sue indicazioni). Troppo semplice però dare la colpa ai giocatori e tenersi alla larga dalle critiche. Mourinho dovrà spiegare prima o poi perché la sua squadra gioca un calcio così brutto. E stavolta non c’entra nemmeno la presunta superiorità tecnica del Betis sbandierata dal portoghese dopo il match di Europa Leaugue.

Il Lecce di Baroni in inferiorità numerica non può spaventare una Roma che ambisce a posizioni di vertice eppure alla fine i 60.000 dell’Olimpico hanno dovuto tirare un sospiro di sollievo al triplice fischio finale. E adesso arriva la trasferta spagnola di Europa League senza Dybala e Zaniolo (a proposito, per lui niente multa dopo l’espulsione dell’andata, perché?).

Non vorremmo che vista la classifica e la condizione psicofisica della squadra ci si presentasse al cospetto del Betis con le vesti della vittima sacrificale. Perché non di sola Conference si vive…   

Le pagelle di Roma- Lecce 2-1

Rui Patricio 5,5, Mancini 5,5 (dall’88’ Kumbulla sv), Smalling 7, Ibanez 6,5, Zalewski 6,5, Cristante 6, Pellegrini 6,5, Vina 5 (dal 46’ Spinazzola 5,5), Dybala 6,5 (dal 48’ Matic 6), Zaniolo 5 (dal 46’ Abraham 5,5), Belotti 5 (dal 77’ Shomurodov sv). All. Mourinho 5

Claudio Fontanini

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Italia Sera