Smantellata finta onlus che opearava in Italia e all’estero. Si spacciavano per discendenti dalla Legione garibaldina del 1860.
Una finta associazione benefica, ramificata in tutta Italia e con base ai Castelli Romani, è stata scoperta dalla Guardia di Finanza e dai poliziotti della Questura capitolina. Tre persone denunciate per utilizzo di segni distintivi contraffatti e di raccolta, detenzione e vendita di uniformi militari senza la licenza.
Il “Corpo” agiva sotto le mentite spoglie di un’associazione senza scopo di lucro con finalità di assistenza a malati, feriti e persone bisognose. Vantava inoltre una struttura gerarchica di tipo “militare” con tanto di “Comando Generale”, utilizzo di uniformi, fregi, distintivi e tessere di riconoscimento. “Reclutava” appassionati del mondo militare. Per l’iscrizione si pagava una quota annuale commisurata al grado da rivestire nell’associazione.
I vertici dell’organizzazione, indagati per l’uso di segni distintivi e uniformi simili ed in alcuni casi in uso alle Forze Armate dello Stato, per anni hanno abusato della credulità della cittadinanza e di alcune istituzioni ed Enti locali presso i quali erano riusciti ad accreditarsi, tanto da presenziare in forma ufficiale a manifestazioni e cerimonie pubbliche.
L’uso delle uniformi, la gerarchia e l’organizzazione rigidamente militare dell’associazione, oltre alla millantata diretta discendenza dalla Legione garibaldina del 1860, consentivano agli appartenenti di fare proselitismo e ricevere numerose richieste di adesione al sodalizio, riuscendo anche a travalicare i confini nazionali con l’istituzione di sedi estere.
Da alcuni anni inoltre l’associazione – dotata anche di uno strutturato sito web – aveva ottenuto lo stato di Onlus, per poter ricevere le donazioni del 5 X mille. Fondi – secondo quanto sostenuto – utilizzati per attività di beneficienza. I tre denunciati dovranno vedersela anche con l’Agenzia delle Entrate, avendo fruito e destinato i fondi provenienti dalla scelta del “cinque per mille” a finalità diverse da quelle solidaristiche e di assistenza sociale.
Gli indagati, che in base al loro statuto ricoprivano il ruolo di Comandante Generale, Vice Comandante Generale, e Generale di Corpo d’Armata dei Corpi Sanitari Internazionali Croce rossa Garibaldina, dovranno rispondere dei reati loro contestati, avendo utilizzato uniformi mai autorizzate e detenuto materiale di equipaggiamento in uso ai corpi militari e alle forze di polizia.
Nel corso dell’operazione sono stati rinvenuti e sequestrati in tutto il territorio nazionale, oltre a decine di uniformi e tesserini di riconoscimento del tutto simili a quelle in uso alle Forze di polizia, fregi, gradi, alamari, onorificenze e bandiere di missione somiglianti a quelle militari, insegne utilizzate per le autovetture dall’organizzazione e palette segnaletiche, capaci di trarre in inganno sulla reale natura dell’associazione.