Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno eseguendo – nelle province di Roma e Rieti – un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del locale Tribunale nei confronti di 9 persone (8 in carcere e 1 ai domiciliari), responsabili della pianificazione di furti e rapine ai danni di Istituti di credito ed esercizi commerciali, nonché parallelamente coinvolte in attività di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, gli specialisti del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno smantellato il gruppo riconducibile a Lorenzo Saracchini, 65 anni, pluripregiudicato affermatosi nel panorama criminale romano poiché coinvolto, nel corso degli anni, in noti fatti di cronaca.
Tra questi, in particolare, la rapina commessa nel marzo 2010 quando, membro di un commando di 5 uomini armati e travisati – composto, tra gli altri, da Lucio Russo (classe 1959) e Daniele Russo (classe 1975) – ha preso d’assalto una villa nel quartiere Eur, sequestrando le vittime e pretendendo la consegna del denaro e dei beni di valore. In seguito a quel delitto, era fuggito in Spagna, dove, nel 2012, è stato rintracciato ed estradato in Italia. Come ricostruito nel corso delle indagini, Saracchini ha continuato a pianificare meticolosamente l’esecuzione di reati della specie, che non sono stati portati a compimento grazie all’intervento delle Fiamme Gialle.
È il caso della rapina sventata il 2 ottobre 2017 all’Ufficio postale Lido di Ostia, dove furono tratti in arresto i suoi due complici, Giovanni Costa (classe 1953) e Carlo Boschetto (classe 1953), mentre, nel giorno notoriamente dedicato al pagamento delle pensioni, sisono diretti verso l’obiettivo a bordo di un’auto rubata, parzialmente travisati e armati di pistole. Saracchini, in quel momento uscito indenne dall’azione repressiva, si è riorganizzato con i vecchi sodali Lucio Russo e Daniele Russo, nonché di Giuseppe Santanastasi (classe 1956), per realizzare un furto ai danni di un laboratorio di preziosi sul Lungotevere dei Mellini della Capitale. Il piano prevedeva di agire di notte e forzare la cassaforte dopo essersi introdotti all’interno dell’esercizio commerciale attraverso un foro praticato nel solaio dell’appartamento disabitato sovrastante: anche in questo caso, nonostante la perforazione fosse quasi stata completata in una sola nottata, il delitto non si è consumato per un imprevisto sopralluogo del custode dell’abitazione e l’arrivo dei militari.
Le indagini hanno poi consentito di dimostrare come i reati contro il patrimonio non costituissero l’unico settore criminale di interesse, era infatti affiancato dal remunerativo commercio di stupefacenti, per il quale Saracchini si avvaleva di altri complici, Silvano Eusepi (classe 1955), Silvano Cerroni (classe 1944) e Angelo Pappalardo (classe 1955). Anche in questo ambito, l’intervento dei Finanzieri ha permesso di arrestare, nel novembre 2017, Cerroni ed Eusepi, trovati in possesso di circa un chilogrammo di cocaina che il primo, su indicazione di Saracchini, aveva prelevato da un fidato fornitore per recapitarlo presso il laboratorio fotografico del secondo, a sua volta incaricato di “tagliare” il narcotico per aumentarne il quantitativo prima dell’immissione sulla piazza romana.
Nei confronti degli indagati Lorenzo Saracchini, Daniele e Lucio Russo, Carlo Boschetto, Giovanni Costa, Silvano Eusepi, Silvano Cerroni e Angelo Pappalardo è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre nei confronti di Giuseppe Santanastasi è stata applicata la misura degli arresti domiciliari.