Pinuccia Montanari si è dimessa: le dimissioni arrivano a seguito della bocciatura del bilancio Ama
Il no al documento contabile della partecipata in una delibera di giunta: da lì, l’addio dell’assessore Montanari e il vespaio di polemiche che ne è seguito.
Dunque Pinuccia Montanari si è dimessa: la bocciatura del bilancio Ama bocciato ha provocato l’addio della Montanari in una giornata in cui palazzo Senatorio ha vissuto l’ennesimo scossone.
Il caso del progetto di bilancio della partecipata dei rifiuti, varato dal cda dell’azienda prima a marzo 2018 e corroborato con un fondo di 18 milioni di crediti cimiteriali è stato definitivo per la decisione della Montanari poiché proprio la mossa del fondo e lo spostamento dei 18 milioni, iscritti in un primo momento da Ama come credito verso il Comune e oggetto uno stand by di bilancio per due mesi, non avrebbe convinto una parte della giunta, in particolare l’assessore al bilancio Gianni Lemmetti. Che con la sindaca Virginia Raggi avrebbe spinto per la bocciatura. Una scelta non unanime tuttavia. A votare contro l’assessore all’Ambiente Pinuccia Montanari, appunto. E il no alla delibera è valso la fuoriuscita giunta. La querelle tra le due fazioni in Campidoglio del resto va avanti da un po’ e su vari fronti: bilancio, sistema rifiuti e non solo.
“Ritengo di fatto del tutto ingiustificata la bocciatura del bilancio che getta un’azienda che dà lavoro a oltre 11mila romani in una situazione di precarietà che prelude a procedure fallimentari – ha detto la Montanari a Il Fatto Quotidiano – non è per me più possibile condividere le azioni politiche e amministrative di questa Giunta”. E poi: “Do la solidarietà ai lavoratori dell’azienda e a tutti quelli che si sono sforzati sino ad ora per costruire e non per distruggere. Qualcun altro possa in futuro realizzare il nostro sogno”.
E in serata ha parlo l’assessore al bilancio Gianni Lemmetti: “Gli allarmismi su Ama sono del tutto infondati e ingiustificati. L’azienda resterà pubblica e va verso un risanamento reale, mettendo al centro il servizio ai cittadini. Escludo categoricamente che Ama abbia bisogno di un concordato o di altre procedure concorsuali. Quando è servito abbiamo avuto il coraggio di intraprendere quella strada. Non è il caso di Ama”.