Ai tempi del Covid, ormai, anche la pace eterna diventa quasi un lusso. Succede a Roma dove l’imprevisto surplus di decessi ha messo praticamente sotto scacco Ama, non in grado di garantire per tutti e in tempi brevi i servizi cimiteriali.
Nel dettaglio sono le cremazioni a mettere in difficoltà la Municipalizzata, che aveva comunicato di non poterne gestire più di 200 a settimana. Ama però afferma che le attività cimiteriali saranno assicurate nonostante tutto, rigettando la connotazione di un servizio al collasso.
Il sistema per la verità ha mostrato negli ultimi mesi più di una incrinatura: i numeri dei decessi a Roma negli ultimi tre mesi hanno mostrato quasi 3000 unità in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. “L’impegno delle strutture di AMA – Cimiteri Capitolini è massimo” rivendica la municipalizzata. “A differenza di altre grandi realtà italiane che hanno sospeso l’attività crematoria fino ad inizio del 2021”.
Uno sforzo che onestamente è sotto gli occhi di tutti, basti pensare alle oltre 2650 cremazioni effettuate dal 1 novembre ad oggi presso il cimitero Flaminio – Prima Porta, e l’iniezione di 2 milioni di fondi aggiuntivi destinati dal Campidoglio.
Eppure, l’impegno massiccio potrebbe non bastare: il tetto dell’ultima settimana, 200 cremazioni, è stato già raggiunto nella sola giornata di lunedì, testimonianza dello stato di caos.
Attualmente, la reale prospettiva per chi resta fuori dal tetto settimanale è quella di spostarsi in altro Comune. In alternativa, Ama propone una diversa forma di seppellimento, sempre assicurata all’interno dei cimiteri romani. Si tratta dell’unico modo per esaudire le richieste eccedenti. Soluzioni che, in concreto, per tante persone saranno differenti dall’ultimo desiderio espresso in vita.