Roma scritta storica scambiata per vandalismo e gli addetti del Comune la cancellano. La scritta ha resistito decenni ma non agli uomini addetti al cosiddetto decoro urbano. Una notizia che appare quantomeno bislacca e incredibile ma, tra le tante, si diffonde a macchio dolio in tutta la sua veridicità. A Roma una scritta storica scambiata per un atto di vandalismo e viene cancellata dagli addetti del comune. La scritta, da sempre oggetto della curiosità di turisti e studiosi, con tanto di targa posta accanto per chiarirne il significato, aveva saputo resistere per decenni a pioggia, intemperie e qualunque altra cosa ma non agli addetti al “decoro urbano” di Roma capitale. Cera scritto Vota Garibaldi Lista n. 1, con la vernice rossa, su un muro di via Basilio Brollo, nello storico quartiere della Garbatella a Roma, dal 1948. Cera, appunto, Perchè da oggi non cè più
Roma scritta storica scambiata per vandalismo. Gli uffici del decoro pubblico cancellano la scritta storica della Garbatella
Oggi gli uffici del decoro urbano del Campidoglio lhanno coperta con una vernice scambiandola per una scritta vandalica. La scritta in realtà era un pezzo di storia ed era stata fatta restaurare dallallora presidente del Municipio Massimiliano Smeriglio, che ora denuncia lincidente e ricorda che accanto cera una targa che raccontava del restauro. “A via Basilio Brollo a Garbatella cera una scritta storica, fatta nel 1948 dal fronte popolare: Vota Garibaldi lista n. 1. Scritta che avevo fatto restaurare da presidente di Municipio e che questa mattina è stata fatta cancellare. Un atto inaccettabile che mortifica la Memoria. Una città è fatta di storie, di tracce, di segni del passato. Chi non sa riconoscere lidentità di un luogo non può governarlo”. Così il vicepresidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio, ex Presidente dellattuale Municipio VIII. “Non ci arrendiamo alla superficialità di chi non sa vedere e apprezzare la storia popolare di Roma – ha detto Smeriglio – Faremo di tutto per ripristinare quella testimonianza. Lo dobbiamo ai nostri nonni che con tanta passione si impegnavano per la loro comunità”.