Un iter ancora molto lungo quello del progetto per i quartieri a luci rosse nella capitale e attualmente allesame della Commissione Affari Costituzionali. Stando ai dati il giro daffari della prostituzione a Roma è stimato in 2,5 miliardi lanno, con una potenziale entrata di 1 miliardo per le casse del Comune nel caso in cui le zone a luci rosse fossero autorizzate così come prevede il disegno di legge numero 1201 presentato dalla senatrice Pd Maria Spilabotte. Dietro il progetto cè il fine principale di reprimere
il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione gestito dalla criminalità organizzata. Inoltre le ragazze avranno un tesserino anonimo, una matricola, pagheranno 12.000 euro lanno alla Camera di Commercio (6.000 se svolgeranno la «professione» part time) e denunceranno i guadagni al Fisco pagando quindi le tasse. Non eserciteranno la professione in «case chiuse», ma in appartamenti senza che laffittuario venga denunciato per favoreggiamento della prostituzione oppure in strade ben definite dallamministrazione comunale. Il timore di chi si oppone al progetto è però che le zone a luci rosse possano divenire terreno fertile per la criminalità organizzata.