A questo punto la vittima, insospettita dal fatto si non trovare alcuna abitazione privata, ha chiesto spiegazioni al cliente il quale lha rassicurata, invitandola a proseguire in direzione di un padiglione in disuso del complesso ospedaliero. Una volta giunti a destinazione la donna, constatato che il padiglione era buio e abbandonato e che si poteva accedere al suo interno solo attraverso un foro praticato nella parete, si è impaurita rifiutandosi di entrare. A quel punto luomo ha iniziato a colpirla violentemente a calci e pugni per vincere la sua resistenza, tanto da riuscire, afferrandola per i capelli, a trascinarla con la forza sino al secondo piano dello stabile. A questo punto laggressore ha chiamato altri tre uomini i quali, dopo essersi denudati, si sono avvicinati alla giovane iniziando a palpeggiarla. Malgrado la sua strenua resistenza, la donna è stata ripetutamente percossa con schiaffi e pugni dai quattro e da due donne che nel frattempo si sono aggiunte a loro, che lhanno afferrata per i capelli intimandole di non urlare per facilitare lazione degli uomini, intenzionati evidentemente a consumare con la violenza un rapporto sessuale. Nella circostanza la donna è stata anche rapinata sia dei 150,00 euro ricevuti poco prima dal cliente che di unaltra banconota da 50,00 euro di cui era in possesso. Nella concitata fase dellaggressione la giovane, in preda al terrore, per porre fine alle sevizie e alla violenza sessuale di gruppo si è lanciata da una finestra del secondo piano dello stabile, atterrando su materiale di risulta e riportando varie fratture. Nonostante le gravi lesioni riportate è riuscita a comporre il 113 con il proprio telefonino chiedendo aiuto, senza tuttavia saper indicare la propria posizione. Mentre gli agenti del Commissariato Monteverde giungevano sul posto, inviati dalla Sala Operativa della Questura che nel frattempo, tramite cella telefonica, era riuscita a localizzare la posizione della donna, i quattro uomini hanno raggiunto la vittima agonizzante e lhanno trascinata per circa 150 metri sul selciato per poi nasconderla dietro la vegetazione ed abbandonarla, dopo averle sottratto anche il telefono cellulare. Poco dopo la vittima è stata comunque individuata dalla pattuglia del Commissariato e soccorsa presso lo stesso ospedale, dove è stata ricoverata in terapia intensiva. Solo due giorni dopo la giovane è riuscita a fornire un prima descrizione fisica degli aggressori. Ciò ha consentito agli investigatori del Commissariato di esaminare centinaia di foto segnaletiche di soggetti di nazionalità straniera, sorpresi in passato allinterno dei padiglioni abbandonati dellOspedale San Camillo o che gravitano abitualmente in prossimità del nosocomio. La ricerca ha permesso di predisporre un album fotografico dei possibili autori del reato che è stato sottoposto in visione alla vittima, che ha riconosciuto senza incertezze i sei aggressori. A questo punto sono scattati i servizi di appostamento finalizzati al loro rintraccio, effettuati nelle zone da loro frequentate abitualmente ed estese presso tutti i rifugi di fortuna e gli insediamenti presenti in una vasta area, ricerche che nella mattinata di ieri hanno consentito di bloccare M.C., di 34 anni, M.O., di 26 e O. Z., anchegli 26enne, tutti romeni e in Italia senza fissa dimora, fra cui figura ladescatore. I tre sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto per rispondere di sequestro di persona, rapina aggravata, lesioni, omissione di soccorso e violenza sessuale e al termine condotti in carcere. Gli altri tre complici, identificati, sono stati denunciati in stato di irreperibilità e sono attivamente ricercati.