“La figura dell’insegnante è fondamentale per evitare un’esclusione dalla società.” A parlare è Serena Pascucci, vicepresidente ADHD Lazio ODV che oggi era di fronte al Miur assieme alle famiglie di bambini e bambine con disabilità a sostenere la richiesta degli insegnanti di sostegno di potersi specializzare nel loro campo.
Risultati idonei, ma non vincitori. Questa è la condizione degli insegnanti di sostegno che, a causa dei pochissimi posti messi a bando per la loro formazione, rischiano di essere ammessi al VI ciclo, lasciandoli così in un limbo.
La figura dell’insegnante di sostegno richiede una specializzazione necessaria per saper affrontare determinate situazioni all’interno di un ambiente scolastico, luogo in cui si coltiva l’inclusione in una società. L’idea è di sensibilizzare le istituzioni sull’importanza della specializzazione degli insegnanti di sostegno, chiedendo un approccio di continuità e di qualità nei confronti di queste figure.
Oggi le richieste di insegnanti e famiglie che sostengono questa causa sono state ascoltate dal Miur, la cui risposta è stata: “Il bando è pronto, a breve uscirà. Per quanto riguarda l’inserimento in graduatoria loro hanno ribadito che la volontà di accettarla c’è, ma c’è un problema tecnico normativo. È una richiesta nuova e quindi va normata.” Così riporta Alessandro Sgambati, portavoce del Coordinamento Idonei, che assieme a Cristina Lemme, presidente ADHD Lazio ODV, sono stati ricevuti dai tre dirigenti principali del ministero dell’istruzione e dell’università.
La battaglia va avanti da mesi ormai, ma a quanto pare il bando rivolto agli insegnanti di sostegno per potersi specializzare ora sembra essere pronto. Esiste un’emergenza sostegno ormai da tanto in Italia e quello che si sta facendo è dare un’occasione alla politica di dimostrare che l’inclusione è un pilastro di questa società. La sottosegretaria al Ministero dell’istruzione Barbara Floridia, incontrata nel primo presidio, è a fianco di questi 13000 docenti risultati idonei alle selezioni del V ciclo per la specializzazione.
“In 3 anni ho avuto quattro insegnanti di sostegno non specializzati e per noi è stato un dramma non saper gestire l’ADHD. Gli insegnanti stessi ci rimproveravano per cose tipiche dell’ADHD, che trattenevano fisicamente un’ADHD e che non seguivano i consigli delle terapiste specializzate.” Così riporta una mamma di un bambino affetto da ADHD.
“Ci troviamo di fronte a insegnanti che ci chiamano per venire a prendere i figli a scuola, ma nessuno si sognerebbe mai di chiamare il genitore di un ipovedente o di un bambino sordo per dire di venire a prendersi il figlio per portarlo a casa. Perché con i nostri sì? Perché ci troviamo in classe insegnanti non specializzati che pur di riuscire a gestire il gruppo utilizzano la non inclusione.” Così riporta ancora una volta Serena Pascucci. Va ricordato che la scuola ha la responsabilità di educare, di educare anche all’inclusione. Quando ci si allena a conoscere e ad accettare il disagio che vive il bambino, si può garantire una normale convivenza di quello che può essere considerato diverso,, ma in realtà non lo è.
“Abbiamo bambini con tre docenti di sostegno, classi con delle gravissime problematiche che non riescono ad essere gestite. Per questo chiediamo l’alta formazione degli insegnanti di sostegno e la continuità del sostegno all’interno di una classe.” – Cristina Lemme, presidente ADHD Lazio ODV