Nei giorni scorsi l’ex generale Paolo Gerometta è stato chiamato dalla sindaca di Roma Virginia Raggi per sostituire l’ex comandante dei vigili urbani Stefano Napoli, dimessosi in rottura con il Campidoglio dopo l’uscita dell’inchiesta di Report Potere Capitale. Un’indagine che ha svelato luci sulle ombre del corpo dei vigili urbani capitolino: presunti casi di corruzione, scandali e abusi di potere perpetuati negli ultimi dieci anni su commercio, ambulanti, edilizia e cinema, fino alla caduta dell’ex sindaco Ignazio Marino nel 2015.
Una nomina, quella di Gerometta, un dirigente esterno alla polizia locale, che ha prodotto non pochi malumori tra i caschi bianchi capitolini, che minacciano “di non fare più multe, lasciando orologio, carta e penna a casa” e di interrompere il servizio in un dicembre caldo tra festività, controlli e Covid. Proteste non tanto per la scelta del nuovo comandante – si legge sul Messaggero – quanto piuttosto per il “tradimento” e per la mancata presa di posizione della giunta Raggi per non aver difeso il corpo – aveva scritto Napoli in una lettera – dall'”invettiva mediatica” di questi giorni. Situazione che non spaventa Gerometta, che nel corso della sua carriera ha gestito compiti ben più complessi (forse).
Mario Bonito