“Due testi base, di riforma costituzionale ed ordinaria”, per cambiare l’architettura dei poteri per Roma e renderla una Capitale al pari di quelle degli altri stati europei “saranno prodotti tra martedì e mercoledì della prossima settimana” dalla Commissione ministeriale istituita dalla ministra per gli Affari regionali, Maria Stella Gelmini e poi presentati alla Commissione parlamentare incaricata di studiare i possibili modelli giuridici per attribuire a Roma poteri legislativi o comunque rafforzarne i poteri nell’ambito dell’articolo 114 della Costituzione. Lo ha riferito all’Adnkronos il costituzionalista Francesco Saverio Marini, presidente della Commissione ministeriale.
“Proveremo a condividere un nostro testo base con la commissione parlamentare con cui sono già iniziate le interlocuzioni e si intende collaborare istituzionalmente. Mi sembra – constata Marini – che ci sia un buon clima bipartisan e che sulle tematiche ci sia di fondo una tendente condivisione tra le forze politiche. Se si considera la tendenziale convergenza delle proposte parlamentari depositate e ciò che è emerso nel dibattito parlamentare, credo ci possano essere le condizioni politiche per arrivare a una soluzione favorevole quanto meno a livello di legislazione ordinaria, ma io mi auguro anche di legislazione costituzionale”.
Questa la tabella di marcia: “primo obiettivo arrivare ad approvare nella commissione ministeriale documenti di sintesi e propositivi prima che la commissione parlamentare termini i propri lavori, presumibilmente fra un paio di settimane. Vorremmo produrre un testo che tenga conto ovviamente di quanto è stato fatto finora in Parlamento e dare anche un contributo ulteriore, che tenga conto delle istanze degli enti territoriali interessati”. Marini riferisce di avere avuto un’ interlocuzione con il presidente dell’Assemblea capitolina per verificare “le intenzioni rispetto all’eventuale attivazione del procedimento dell’articolo 132, che trasformerebbe Roma in Regione, o ad un eventuale intervento attraverso l’attribuzione di nuovi poteri con il 138. Il Presidente ha riferito di avere investito l’Assemblea della questione e che l’Assemblea in piú occasioni aveva già sollecitato nel 2019 il Parlamento ed il Governo ad una riforma dei poteri della Capitale”.
Nessun dubbio “sul doppio binario costituzionale e ordinario: entrambi devono vertere agli stessi obiettivi”. In poche parole: “la riforma tramite legge ordinaria nel caso in cui arrivasse prima, dovrebbe anticipare i contenuti della riforma costituzionale”, spiega il costituzionalista. Tra le altre questioni, dibattute dalla Commissione ministeriale anche “i territori e in particolare le funzioni dei municipi: ossia, se debbano essere rafforzati, considerando la dimensione di Roma”. Nel processo dovrà avere voce in capitolo innanzitutto Capitale: “cioè la riforma non va calata dall’alto. Roma, a mio avviso, deve essere coinvolta nella definizione delle proprie attribuzioni attraverso la creazione di un organo paritetico o un tavolo istituzionale che le consenta di partecipare all’attuazione del procedimento di ampliamento dei poteri”.
Al vaglio infine anche la previsione di una legislazione derogatoria rispetto a quella della regione Lazio, sul modello tedesco “che agevola un processo riformatore che proviene dal basso, dai territori”: “cioè si potrebbero individuare alcuni ambiti materiali e starà poi a Roma decidere quanto occupare di quelle materie e quanto lasciare alla Regione”. (di Roberta Lanzara)