CRONACA

Roma, manifestazione dell’Ugl Rider in difesa del lavoro autonomo

“Io resto autonomo”: con questo slogan i rider sono scesi di nuovo in piazza, ma questa volta a difesa della libera professione. I lavoratori si sono dati appuntamento a piazza Montecitorio, a Roma, per chiedere più tutele e diritti, “ma non nell’ambito del contratto subordinato indetto da Just Eat”, spiega Natan Zarfati, rider partecipante alla protesta. “I termini di tale contratto sono svantaggiosi. Nell’ultima contrattazione il movimento dei rider con i sindacati ha ottenuto un compenso orario di 9.60 euro, ma noi non vogliamo una cosa del genere perché in questi 9.60 euro sono contemplati tredicesima, quattordicesima, tfr e un obbligo di salire dal cliente. Tradotto: un rischio indennità Covid che non viene riconosciuto”.

A differenza dei colleghi scesi in piazza martedì 26 marzo, i rider che protestano oggi, martedì 30 marzo, vogliono rimanere autonomi “perché nati autonomi – racconta Zarfati – e perché l’accordo con Just Eat è uno specchietto per le allodole”.

“Il problema – confida un altro manifestante – non è lavoro autonomo autonomo o subordinato, ma i termini del nuovo accordo, per noi del tutto sconveniente.

“Potrebbe apparire insolito rifiutare un contratto subordinato”, ha spiegato Vincenzo Abbrescia, segretario nazionale Ugl Rider, sindacato promotore della protesta”. “Tuttavia il lavoro dei rider, nato per la consegna di cibo a domicilio, ha delle dinamiche e delle esigenze differenti. I rider svolgono una professione innovativa e in quanto tale non può essere ancorata alla rigidità di vecchi schemi contrattuali”. “Pensare che la soluzione per i rider possa essere un lavoro subordinato – ha concluso – significa danneggiare la natura di tale mestiere”.