A Roma sono oltre 13.000 le persone in graduatoria in attesa di una casa popolare. Una lunga lista che richiederebbe un iter rapido e snello per fornire un tetto sulla testa alle famiglie che aspettano da tempo. Ma così non è: da agosto 2021 a febbraio 2022, quindi in circa sei mesi, gli alloggi popolari assegnati sono stati appena 37.
“Numeri che fanno impressione se si considera che si parla della Capitale del nostro Paese e fanno veramente male considerando la sofferenza abitativa dilagante”, denuncia l’Unione Inquilini. Che fa chiarezza sull’assegnazione delle case popolari negli ultimi mesi: “Quattro degli alloggi sono stati assegnati a nuclei di un solo componente, 26 a nuclei di 2-3 persone, 3 a nuclei di 4 e 4 alloggi a famiglie con oltre 5 componenti”, ha spiegato il sindacato.
“La gestione del patrimonio disponibile è pessima – accusa Unione inquilini – e di fronte alle migliaia di famiglie in difficoltà l’amministrazione non ha pianificato alcun intervento strutturale per migliorare la gestione e ampliare il patrimonio pubblico”. Nonostante l’intenzione dell’assessore alle politiche abitative, Tobia Zevi, di velocizzare l’iter di assegnazione, il processo, accusano i sindacati, rimane troppo lento.
Gli immobili da destinare alle persone in attesa di un alloggio popolare, secondo l’assessore Zevi, potrebbero essere acquistati da enti privati. Ma a disposizione rimangono le case rimaste vuoti dopo gli sgomberi. Il Sunia, sindacato degli inquilini, ha stimato che dei circa 10.000 alloggi occupati abusivamente, negli ultimi due anni Ater sia riuscita a recuperarne 500.