Roma, i Friedkin e l’impossibile che diventa possibile. Non c’è più un mai nel modus operandi della Roma: non da quando alla guida ci sono loro, i Friedkin. I proprietari americani della Roma hanno regalato alla piazza prima Mourinho, poi una coppa Europea (mancava dagli anni ’60 del secolo scorso) e adesso Paulo Dybala.
Un colpo così importante non arrivata dai tempi di Batistuta. Da ieri, Paulo Dybala è un giocatore della Roma. L’accordo è arrivato alle 2 di notte tra domenica e lunedì: triennale (con opzione sul 4° anno) a 6 milioni totali a stagione compresi i bonus. Bruciata la concorrenza del Napoli e annullato ritorno di Marotta e dell’Inter.
Decisivo Mourinho che ha convinto Dybala a sposare il progetto Roma con varie telefonate, forse anche Totti con le sue lusinghe, strategica una call tra i Friedkin e il giocatore, e certosino il lavoro di Pinto, il GM del club. La Joya prenderà la maglia numero 21: malgrado l’ok di Totti, pare che l’argentino abbia detto di voler meritarsela sul campo.
A sbloccare la situazione di una trattativa che sembrava impossibile fino a qualche giorno fa ci hanno pensato i Friedkin che avrebbero poi inserito nell’accordo una clausola liberatoria da circa 20 milioni che però può essere modificata in base all’aumento di stipendio.
Un’operazione anche mediatica, quella degli americani: Dybala si è imbarcato da Torino sull’aereo dei Friedkin per Faro, in Portogallo dove ad attenderlo c’era Mou e, prima di lui, gli organi di stampa per le prime foto da ‘romanista’. Per il bagno di folla a Fiumicino si dovrà aspettare la notte del 23 luglio. Ad accompagnarlo nei suoi primi passi da giallorosso, Pinto, che ancora non ha finito il lavoro: in agenda un centrocampista e le cessioni.