Ci sono risultati che travalicano l’effettiva posta in palio, e la vittoria ai calci di rigore della Roma sul Fejenoord nello spareggio di Europa League per gli ottavi di finale è una di queste.
La gara che non doveva esserci diventa così lo spartiacque fondamentale di una stagione e l’esame di laurea superato a pieno di voti da De Rossi. Erano più di vent’anni (Roma – Triestina, ottavi di Coppa Italia del 2002), che i giallorossi non riuscivano a sfatare il tabù dei calci di rigore all’Olimpico. Finali perse, qualificazioni sfumate e quel fatalismo diffuso che s’insinua nella mente e che porta alla sconfitta prima delle esecuzioni dagli 11 metri. Alzi la mano chi tra i 67.293 presenti di Roma – Fejenoord (record assoluto) non abbia pensato che anche stavolta il destino si sarebbe inesorabilmente compiuto.
Soprattutto dopo la splendida occasione di Lukaku all’ultimo minuto dei supplementari sventata dal portiere olandese con una prodezza. Ma stavolta anche tra i pali giallorossi c’era chi aveva deciso che quella doveva essere la sua nottata, quella in grado di regalargli il futuro e rendergli giustizia dopo anni di ‘purgatorio panchinaro’: Mile Svilar, 24enne belga naturalizzato serbo respinge due tiri dal dischetto (dopo un’altra parata decisiva nel pt che avrebbe portato il Fejenoord sullo 0-2) e conferma il suo stato di grazia dopo la splendida prova di Frosinone.
E’ lui il nuovo numero 1 capace di infondere sicurezza, giocare coi piedi davanti alla porta e uscire quando occorre senza paura. Detto dell’eroe della serata (è la seconda volta nella storia che la Roma passa ai rigori in Europa dopo il precedente dell’82/83 contro l’IFK Norrkoping) c’è da dire che nel conto complessivo delle due gare la Roma ha ampiamente meritato la sofferta qualificazione.
Migliore nel gioco e più propositiva rispetto agli olandesi, la squadra di De Rossi anche stavolta, come all’andata, ha dominato il pt, sporcato dal rocambolesco goal iniziale di Gimenez di spalla e subito pareggiato da una prodezza di Pellegrini, ancora una volta il migliore in campo per qualità e quantità. Non supportata dalle finalizzazioni di Lukaku e Dybala, la Roma è calata di ritmo e intensità nella ripresa e lo spettro dei supplementari si è materializzato in un clima di paura montante. Con De Rossi alle prese con la non facile gestione dei cambi (6 sostituzioni complessive con Azmoun lasciato colpevolmente in panchina), l’evidente calo atletica di buona parte della squadra e il pensiero rivolto ai calci di rigore.
Con Zalewski, entrato alla fine dei tempi regolamentari e fin lì opaco e poco reattivo, chiamato a decidere dal dischetto le sorti europee della Roma dopo le prodezze di Svilar.
Finiva con De Rossi sotto la Sud, i tifosi in delirio e la certezza di vivere altre notti così…
Svilar 8, Karsdorp 5,5 (dal 67’ Celik 6), Mancini 7, Llorente 6 (dall’85’ Ndicka 6,5), Spinazzola 7 (dal 106’ Angelino 6,5), Cristante 6, Paredes 6, Pellegrini 7,5 (dal 72’ Aouar 6), Dybala 6 (dal 101’ Baldanzi 6), El Shaarawy 6 (dal 91’ Zalewski 6), Lukaku 5. All. De Rossi 7
Claudio Fontanini