Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, innescate da una denuncia dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS), hanno permesso di bloccare una truffa commessa ai danni del medesimo Istituto fin dal 2006, che ha generato l’indebita erogazione di prestazioni di invalidità civile ed emolumenti non spettanti per oltre 1,6 milioni di euro. Il tutto organizzato da un dipendente della filiale INPS di Roma-Casilino che predisponeva false posizioni previdenziali per amici e parenti (in tutto 36). Successivamente veniva “ricompensato” attraverso la restituzione di almeno il 50% delle somme indebitamente incassate. Il sistema di frode prevedeva l’abusivo utilizzo della procedura informatizzata denominata “pagamenti vari”, normalmente adottata dalle filiali dell’Ente previdenziale in maniera residuale, per fronteggiare quelle tipologie di pagamenti per le quali, in assenza di un software gestionale ad hoc, viene consentita la liquidazione di arretrati di ogni genere, pagamenti non riscossi, conguagli e ratei. Il pubblico dipendente infedele risulta aver emesso ben 290 indebiti mandati di pagamento che hanno generato erogazioni non spettanti, tramite bonifici, in favore di 36 soggetti non titolari di posizione di invalidità civile o, comunque, non legittimati a riceverli, utilizzando false causali di pagamento che ne giustificavano l’erogazione. Alla percezione dell’indebito seguiva la spartizione dell’illecito profitto con i concorrenti nella frode. Tra i denunciati alla Procura della Repubblica di Roma, che ha coordinato le indagini, familiari e “baby pensionati” che all’epoca dei fatti avevano “un’età compresa tra i venti ed i trenta anni”. Tra i beni sequestrati, su disposizione del locale Tribunale, oltre alle disponibilità bancarie, vi sono una decina tra terreni e appartamenti, per un ammontare complessivo di 1.625.000 euro, valore corrispondente a quanto illecitamente sottratto, nel tempo, dalle casse dell’INPS.