“L’invito dai microfoni di Radio Radio a Michetti a desistere dalla corsa a sindaco è stata una provocazione. Perché vedevo come andavano le cose. Ma io non penso che i nostri interventi in radio lo abbiano danneggiato. Spero di averlo aiutato correggendo le calunnie o intervenendo su affermazioni che hanno offeso pure me”. Come per Calenda? “Lo faceva passare come un burattino impreparato. Per questo sono intervenuto. Qualcuno doveva difenderlo questo Michetti. Ho cercato di controbilanciare, perché conosco Enrico”. A commentare così all’Adnkronos l’esito del ballottaggio nella Capitale ed il ruolo di Radio Radio nella campagna elettorale è Ilario Di Giovambattista, direttore editoriale
dell’emittente accusata di essere un “comitato parallelo” a sostegno del candidato del centrodestra nella Capitale Enrico Michetti.
E’ stato un debacle elettorale? “Un simile attacco concentrico ad una persona in una campagna elettorale a Roma non si è mai verificato. Speravo in qualcosa di diverso. Ma per come si erano messe le cose per vincere serviva un miracolo. Doveva intervenire una sorta di ribellione civile in sua difesa, che non c’è stata perché la gente è delusa e lontana – risponde Di Giovambattista – Tuttavia sono certo che Michetti poteva essere e forse sarà una grande risorsa”. Quindi il frontman di Radio Radio, avanzando intrepido nella promozione dell’ex candidato, suggerisce: “Propongo a Gualtieri che usi la grande capacità amministrativa di Michetti e gli dia l’incarico del disboscamento dei regolamenti comunali e delle norme. Michetti aveva detto: se vinco o se perdo sono a disposizione”.
“Il mio grande rammarico – prosegue l’editore di Radio Radio – è che non sia arrivato ciò che lui voleva fare, come l’assessorato alle periferie in una città che è più città insieme e può trasformarsi in una bomba sociale. Gualtieri deve riprendere in mano questa idea dell’assessorato – propone ancora Di Giovambattista – Il mancato voto nelle periferie, la delusione della gente che non ha più voglia di parlare di politica, il minimo storico a Tor Bella Monaca, nonostante l’idea dell’assessorato, sono infatti i primi temi che il nuovo sindaco deve porsi”.
(di Roberta Lanzara)