La Città metropolitana sarà unopportunità solo quando tutti i 121 Comuni dellarea saranno chiamati in causa per le decisioni che spettano agli amministratori locali. Non è solo una questione di statuto come dice il senatore del Pd, Bruno Astorre, ma di modus operandi: una dimostrazione in questo senso arriva dalla scelta sulla data del voto decisa in solitudine. Lesponente democratico Astorre continua il primo cittadino compatrese parla del regolamento per la nuova assemblea in una chiave puramente politica: il suo obiettivo, e quello del suo partito, è evidentemente quello di trovare e piazzare un vice Marino, di diritto sindaco metropolitano. Nessuna idea, invece, sulle competenze e sulle risorse. Lo conferma la sua proposta di scegliere come candidati alla poltrona di vice amministratori alla seconda esperienza: una dichiarazione per smorzare gli entusiasmi sul nome di Esterino Montino, che guida Fiumicino, e per lanciare nella mischia quello di Mauro Alessandri per Monterotondo. LUnione dei Comuni dei Castelli per fornire servizi ai cittadini e creare un elemento di raccordo con lArea metropolitana di Roma aggiunge De Carolis potrebbe essere una valida alternativa. E evidente che senza rappresentanza nel consiglio, con unassemblea sbilanciata a favore della Capitale che avrà 11 eletti su 24, risulterà difficile un confronto sui problemi delle città della provincia. Vorrei anche lanciare un appello ai colleghi del centrodestra conclude il primo cittadino compatrese affinché intervengano nel dibattito sulla Città metropolitana per non lasciare che le scelte siano caratterizzate da una visione romanocentrica targata Pd.