Circa trenta lavoratori della Croce Rossa Italiana, in gran parte precari, sono saliti nella serata di mercoledì 5 marzo, in cima ai ponteggi della palazzina di via Ramazzini a Roma, struttura che ospita il Centro di Educazione Motoria.
L’iniziativa è oggi ancora viva e, per senso di responsabilità dei lavoratori, sta proseguendo in forma silenziosa in modo da consentire il riposo ai degenti all’interno struttura CRI. I lavoratori, scrivono dall’USB, protestano contro il passaggio da un contratto di natura pubblica ad uno di natura privata, il contratto ANPAS, che non solo non garantisce il dovuto processo di stabilizzazione del personale a tempo determinato, ma nemmeno, più in generale, i livelli occupazionali e quelli salariali. “Questi sono gli effetti della privatizzazione della CRI, imposta dal decreto n° 178/2012 fortemente voluto dagli attuali vertici dell’Amministrazione – denuncia Massimiliano Gesmini, della USB Pubblico Impiego – effetti che l’USB aveva previsto fin dall’inizio e che da qui a breve produrranno migliaia di licenziamenti. Soprattutto tra il personale a tempo determinato, che invece rivendica giustamente il diritto ad un lavoro stabile dopo anni e anni di precarietà”. “L’USB è a fianco dei lavoratori del CEM – afferma Gesmini – e sostiene con forza le lotte di chi si oppone con decisione alle politiche di tagli e di smantellamento della Pubblica Amministrazione, operate in nome del mercato e del profitto anche in settori come quello in cui opera la CRI. Continueremo la battaglia per la ripubblicizzazione di tutta la CRI, compresi i Comitati Locali e Provinciali”, conclude il rappresentante USB.