A finire sotto accusa per una vicenda raccontata dal Fatto Quotidiano che ha coinvolto Manfredi Alemanno, figlio di Gianni, sono due agenti della questura di Roma: uno, l autista personale nel tempo libero del sindaco e consorte, e laltro, ispettore capo prima del commissariato Flaminio, poi trasferito a Primavalle. Nel giorno della festa della Repubblica di quattro anni fa, Manfredi Alemanno, allora quattordicenne, partecipò insieme a 4 coetanei e 4 ragazzine, a una festa nella piscina di un condominio della Camilluccia, quartiere della Roma bene. I giovani iniziarono cori che inneggiavano al duce e alzarono le mani per il saluto romano. uno dei presenti zittì i canti fascisti e invitò il gruppetto ad andarsene e a queesto punto la situazione degenerò in rissa. A questo punto uno dei poliziotti Fece salire in macchina Manfredi e lo portò a casa senza mai far parola con nessuno della vicenda e negando ai pm di aver visto entrare e uscire gli autori del pestaggio. L’altro ispettore, invece, prese a verbale una delle ragazzine che aveva assistito dall’inizio alla fine al blitz, e la convinse a dichiarare nero su bianco che non era sicura se nel comprensorio, insieme agli aggressori, ci fosse Manfredi.