La differenza si è vista tutta. La Roma col Napoli ha giocato una partita attenta, precisa, poteva anche vincere. Un altro mondo rispetto alla sbandata vista il Norvegia. E infatti i protagonisti di quel disastro non fanno capolino in panchina, sono rimasti a casa, Mou non li ha ancora perdonati. Forse lo farà, ma al momento la squadra gira solo quando ci sono i soliti 12-13 giocatori.
Vero, così non si fa molto lontano, ma la squadra giallorossa ha tirato fuori le unghie contro la capolista Napoli. Non ha arretrato di fronte alle giocate di Insigne e Politano, non ha ceduto allo strapotere fisico di Osimhen. Ha tenuto e ha rischiato di far male, sul finale di gara ha rischiato di andare in vantaggio con un colpo di testa di Mancini da pochi passi.
“Per me è stata una grande partita, una gara di alto livello – ha detto Mourinho a Dazn -. Poteva finire 1-0 per noi o 0-1 per loro, è stata dura per tutte e due le squadre, c’è stata intensità, concentrazione, nessuna paura e rispetto da tutte le parti”. Il pareggio alla fine non scontenta nessuno.
Sui tanti giocatori rimasti in tribuna dice: “Sono cose di spogliatoio, sono messaggi che seguono performance negative. Quella partita rimane nella mia storia e mi resta difficile perdonarli. Se conto di recuperarli? Certo, non hanno una croce davanti alla faccia”. Tradotto: al momento non farà affidamento su di loro. Quando ci saranno delle assenze, chissà.