Per le aziende di qualsiasi tipo, da ieri è ufficialmente scattato l’obbligo di garantire i pagamenti tramite bancomat e carta di credito, quando la spesa per beni e servizi supera la soglia dei 30 euro. Non discutiamo il provvedimento nel merito, che è quello di assicurare la piena tracciabilità dei pagamenti, combattendo levasione in maniera più efficace. Ma riteniamo profondamente ingiusto che si traduca nell’ennesima stangata per commercianti ed artigiani, a tutto vantaggio dei circuiti finanziari. Secondo le prime stime, un’azienda con 100mila euro di ricavi annui si troverà a spendere, in media, oltre 1200 euro l’anno tra costi di esercizio e commissioni. Le spese di attivazione del servizio, il canone mensile e le commissioni sulle singole operazioni ricadono, infatti, su chi richiede l’installazione del Pos. E’ impensabile gravare ancora sulle piccole e medie imprese, già messe a dura prova dalla crisi economica. Rammentiamo che sul nostro territorio, in particolare, per ogni attività che apre, tre chiudono i battenti definitivamente. Non possiamo, dunque, permetterci ulteriori sacrifici. Va bene la tracciabilità dei pagamenti in nome della legalità e della trasparenza, ma allora si riducano i costi di esercizio e le commissioni. O piuttosto, visto che la lotta all’evasione comporterebbe maggiori entrate per lo Stato, allora sia lo Stato a sobbarcarsi gli oneri di questa operazione.