Il mistero in casa Roma s’infittisce, anche se segue logiche precise. E non devia mai il suo percorso, che parla di una distinzione netta tra la squadra che affronta le grandi e quella che invece se la vede con le piccole, almeno sulla carta L’equazione è stata confermata anche a Firenze: la Roma con le big non vince mai, ma con le altre quasi sempre.
Così dal Franchi è tornata con tre punti in tasca, sudati, acciuffati all’ultimo con il gol di Diawara prima annullato poi convalidato dal Var, e guarda con un pizzico di rimpianto al risultato di Milano, dove il Milan non è andato oltre l’1-1 con l’Udinese. La squadra di Pioli non è in forma, si vede. Fatica a costruire il gioco che fino a poche settimane fa l’aveva portata in testa alla classifica.
Eppure nel precedente turno di campionato, all’Olimpico, contro la Roma, è riuscita a ottenere uno scalpo d’eccezione. I giallorossi non hanno approfittato del momento di difficoltà dell’ex capolista. I punti conquistati contro le grandi sono solo 3 su 24 a disposizione. E’ un limite mentale che ha sottolineato anche Fonseca.
Serve un cambio di marcia in questo senso per puntare alla Champions, ancora ampiamente alla portata, ma complicata dall’infinta sequenza di partite senza vittoria contro le squadre che ambiscono agli stessi traguardi. L’infortunio di Veretout, sempre uno dei migliori, è un ulteriore ostacolo da superare in fretta: il francese potrebbe averne per alcune settimane, nel frattempo la Roma si gioca una chance importante per portarsi al quarto posto.