Ebrahim Mohamed Lashein, l’egiziano trovato cadavere il 28 ottobre scorso, sarebbe stato portato vicino al laghetto sportivo di Fidene quando gia’ era morto per arresto cardiocircolatorio. L’ipotesi nasce dall’esito dell’autopsia fatta all’Istituto di medicina legale del Policlinico Gemelli. Secondo quanto si e’ appreso, l’uomo, che al momento del ritrovamento aveva le mani legate, non presenta lesioni di particolari gravita’ e i graffi ritrovati sul volto sarebbero conseguenti a una caduta. Proprio la mancanza di lesioni ai polsi e’ una circostanza che viene tenuta in considerazione degli investigatori per formulare l’ipotesi che il decesso possa essere avvenuto altrove. L’inchiesta e’ affidata al procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani e al pubblico ministero Pietro Pollidori che hanno gia’ affidato alla squadra mobile una serie di accertamenti.