Nel merito delloperazione denominata HUMMER 2 i finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno arrestato il noto imprenditore calabrese, CAPANO Pasquale – da anni residente a Roma e contiguo ad ambienti malavitosi di matrice ndranghetista – in quanto, attraverso lutilizzo di società intestate a prestanome, ha posto in essere una serie di investimenti di dubbia liceità nel settore turistico immobiliare, agevolando, anche indirettamente, il clan di ndrangheta MUTO di Cetraro (Cosenza). Già nello scorso marzo 2013, il G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria, coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, aveva sottoposto a sequestro preventivo unimportante azienda operante nel settore agricolo-zootecnico, in una nota località turistica lucana, di fatto riconducibile al CAPANO. Lultima operazione, che ha portato allarresto, oltre che del CAPANO Pasquale anche della moglie FUSCONI Antonella e del cognato FUSCONI Stefano, questi ultimi due agli arresti domiciliari, riconosce la bontà dellattività dindagine esperita e giunge allesito di un complesso iter giudiziario. La Sezione per il riesame dei provvedimenti restrittivi del Tribunale di Roma ha accolto pienamente lappello proposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, nella persona del Procuratore Capo Dott. Giuseppe Pignatone e Sost. Proc. D.ssa Palaia Maria Cristina, riconoscendo non solo la sussistenza di una grave scorta indiziaria nei confronti del CAPANO, della moglie e del genero ma, soprattutto, la sussistenza delle ipotizzate esigenze cautelari. Più in particolare, i giudici del riesame, valorizzando le investigazioni delle Fiamme Gialle del G.I.C.O. e condividendo le motivazioni integrative sottolineate dalla Distrettuale Antimafia capitolina, sottolineavano la forza probatoria di unilluminante lettera, rinvenuta nel personal computer del CAPANO Pasquale in una perquisizione. Tale missiva, peraltro indirizzata ad altro pregiudicato mafioso, nel ricordare come laffiliazione ndranghetista costituisca una scelta di vita e non già solo unopportunità affaristica, evidenziava il ruolo criminale preminente del CAPANO sul destinatario, per poi tenere quella che, in maniera perfetta, è stata definita una vera e propria lezione di diritto mafioso. Essere ndranghetisti è una scelta non più revocabile e che crea un vincolo di sangue tra gli associati ineludibile, chiamati sempre ad un mutuo soccorso, anche e soprattutto in ipotesi di (prevedibili) infortuni giudiziari. Emblematiche, a tal riguardo, le seguenti affermazioni la prima cosa che mi è stata spiegata nelle prime frequentazioni di alcuni ambienti è stata la differenza fra CONCETTO DI AMICIZIA e FRATELLANZA infatti LAMICIZIA è espressione di una frequentazione abituale, LA FRATELLANZA rappresenta un LEGAME. E ancora è proprio su questo principio (FONDAMENTO DELLA FILOSOFIA MASSONICA) che è stato concepito il RITUALE INIZIATICO di accettazione ed ingresso nella SACRA FAMIGLIA e ONORATA SOCIETÀ, radicato nella storia antica della nostra terra dorigine (CALABRIA). si entrava a far parte dellONORATA SOCIETÀ attraverso un atto definitivo (PATTO DI SANGUE), che si stabiliva il LEGAME DI FRATELLANZA, tutto questo perché era stato considerato unico vero meccanismo nel comportamento umano che evitava ATTI DI TRADIMENTO il tempo infatti ha dato ragione agli UOMINI DONORE di una volta, che consideravano lONORATA SOCIETÀ pari alla SACRA FAMIGLIA, di conseguenza non come OPPORTUNITÀ AFFARISTICA ma come SCELTA DI VITA che imponeva REGOLE basate sul PRINCIPIO DELLONORABILITÀ e DELLA FRATELLANZA. Ogni commento appare superfluo rispetto agli inquietanti valori criminali alla base delle regole comportamentali mafiose. In tal senso, peraltro, importanti collaboratori di giustizia ovvero acquisizioni investigative pregresse avevano già consentito di sottolineare il ruolo del CAPANO Pasquale come soggetto: vicino allorganizzazione ndranghetista investigata, operativa nella zona di Roma, potendo peraltro muoversi addirittura con un passaporto diplomatico; in contatto con personaggi di spicco della criminalità romana quali il noto TERRIBILE Enrico conosciuto alle cronache giudiziarie della Capitale per i suoi trascorsi di usuraio e vicino al più noto Enrico NICOLETTI, entrambi coinvolti in diverse indagini per i delitti di usura ed estorsione, da ultimo condannati nel 2007 per associazione a delinquere finalizzata allusura, estorsione, truffe, reati societari ed altro; in affari e responsabile di specifiche condotte usuraie insieme al noto CASAMONICA Luciano, parimenti personaggio di spicco della malavita capitolina.