Le indagini hanno consentito di appurare che il locale, dietro le parvenze dellassociazione culturale, celava in realtà una vera e propria casa di prostituzione. Nel corso delle serate organizzate, i tre indagati garantivano la presenza di numerose ragazze italiane e straniere che, seppur formalmente socie del club, venivano retribuite in base al numero di prestazioni sessuali consumate con i clienti, anchessi formalmente tesserati dellassociazione culturale. Dalle risultanze investigative, è emerso che la contabilità delle prestazioni effettuate dalle ragazze veniva assicurata con una particolare metodologia. Allingresso i clienti, dietro il pagamento di una cospicua somma variabile dai 50 ai 100 euro, ricevevano uno o più preservativi con applicati sopra dei bollini adesivi con riprodotta limpronta di labbra rosse. Dopo la consumazione di ogni prestazione sessuale, i clienti consegnavano il bollino alle ragazze che lo applicavano su di una tessera, una sorta di drink card che a fine serata testimoniava il numero delle consumazioni effettuate. La perquisizione eseguita allinterno del locale, dove sono stati rintracciati due dei tre arrestati, consentiva di sequestrare elementi idonei a suffragare lipotesi investigativa, compresi i bollini adesivi e le tessere. Colpiti dal provvedimento restrittivo sono stati D.G. 65enne, I.F. detta Nikol, 37enne, C.N. detta Chocolate, romena di 37 anni che curava la gestione di alcune prostitute. Il locale è stato poi definitivamente chiuso su decreto della Questura, emesso ai sensi dellarticolo 100 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.