La banda è ritenuta autrice di una serie di rapine, prevalentemente nella Capitale, in zone notoriamente frequentate e abitate da persone benestanti. Gli agenti hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma nei confronti di B.V. 50enne, T.A. 27enne, P.C. e T.E. 40enni e M.S. 32enne, questultimo già detenuto presso la casa circondariale di Poggioreale (NA). Nello specifico, i primi tre sono stati colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere, mentre agli altri due indagati è stata notificata una misura cautelare dellobbligo di dimora nel comune di Napoli in quanto ritenuti responsabili di aver commesso – nel corso del 2013 a Roma – una serie di rapine di orologi Rolex aggravate dalluso delle armi da fuoco. Da tempo gli investigatori della Squadra Mobile erano sulle tracce della banda di origine partenopea che operava nella capitale con lo scopo di aggredire e rapinare i possessori di orologi Rolex e di altre marche di elevato valore. Le indagini hanno consentito di fare piena luce sui componenti e sulle attività illecite poste in essere dal sodalizio criminale compiutamente individuato grazie alla certosina visione di un nutrito numero di foto segnaletiche, di persone effettivamente dediti al settore specifico. Le investigazioni hanno consentito di accertare i nessi di parentela o di pregressa complicità nel crimine, nonché di ricercare le foto segnaletiche più recenti, incrementandone laggiornamento anche con nuove metodologie come ad esempio lacquisizione di fotografie tratte da un noto social network. Tale attività è stata alla base dei riconoscimenti effettuati dalle vittime a partire dal mese di settembre 2013 di B.V. e M.S., i primi soggetti napoletani riconosciuti con certezza, attività dalla quale era possibile avviare una intercettazione telefonica che permetteva di appurare come il B.V. si allontanasse in auto da Napoli con altri soggetti che, col passare del tempo, sono stati effettivamente riconosciuti come i complici delle rapine e già risultati pregiudicati per reati specifici. Ed invero, dalle denunce presentate dalle vittime dei reati, si è anche appurato il modus operandi utilizzato dagli arrestati nel commettere le rapine; nella quasi totalità dei casi infatti, i malviventi individuavano le vittime viaggiando a bordo di due scooter – normalmente a coppia – facendo inoltre attenzione alla presenza di eventuali pattuglie delle Forze dellOrdine. La vittima, scelta in base alla zona, al suo status sociale e allautovettura di particolare valore ,veniva agganciata, seguita ed aggredita non appena si fermava al semaforo o nel parcheggio. Laggressione avveniva mediante minaccia di unarma da fuoco o con la simulazione di un incidente stradale dopodiché, ottenuto il bottino, i malviventi si davano a precipitosa fuga nel traffico cittadino. Quanto alle modalità dazione del sodalizio criminoso va aggiunto, che le vittime erano quasi sempre donne