I due ex giocatori del Real Madrid Roberto Carlos e Geremi sono convinti che un nuovo calendario delle partite internazionali possa proteggere i giocatori, ridurre i loro viaggi e consentire loro di ottimizzare i livelli di prestazione per il calcio di club e quello della nazionale, nell’ambito dell’ampio processo di consultazione della Fifa sul futuro del calcio. In qualità di principali protagonisti di questo sport, i giocatori esperti hanno fornito il loro feedback attraverso un gruppo di consulenza tecnica. Il vincitore della Coppa del Mondo Roberto Carlos e l’ex nazionale camerunese Geremi, concordano sul fatto che ridurre il numero di viaggi e aumentare i tempi di recupero per i giocatori è la chiave per uno sport più sano.
“Ricordo quando giocavo, facevamo una partita di domenica, poi viaggiavamo quella domenica sera, giocavamo di nuovo mercoledì, tornavamo venerdì e giocavamo sabato o domenica”, ha raccontato Roberto Carlos. “Le prestazioni dei giocatori iniziano a calare automaticamente perché non hai tempo per riposarti. Per quanto riguarda il viaggio: lasciare Madrid, per esempio, e andare a San Paolo, Buenos Aires o Caracas in Venezuela significa non avere tempi di recupero. La nuova idea della Fifa riduce il numero di viaggi poiché si potrebbero giocare le fasi di qualificazione in un mese. Quindi, ci sarebbe il tempo per allenarsi, giocare bene, riposarsi e tornare nel club al meglio. Ci sono troppe partite consecutive e poi si aggiungono i viaggi e la fatica ed è molto complesso. Penso che il calcio migliorerà molto una volta che questo problema sarà risolto”.
Dello stesso avviso Geremi, 118 presenze con la nazionale del Camerun – che ha aggiunto che l’adattamento costante a nuovi ambienti durante tutto l’anno impedisce ai giocatori di dare il meglio di sé. “La maggior parte dei giocatori africani gioca per club europei”, ha detto Geremi. “Quindi, quando partecipano a competizioni internazionali, devono viaggiare dall’Europa all’Africa. Posso dire che è molto faticoso. Quando viaggi dall’Europa in inverno, in Africa ci sono 40 gradi. C’è un contrasto lì e, naturalmente, un impatto in termini di prestazioni, perché non sei al 100%. Ha anche un impatto in termini di carriera sportiva perché riduce il numero di anni che puoi giocare in nazionale”, ha continuato. “Non è affatto facile per un calciatore africano -o per un calciatore asiatico, sudamericano o americano- giocare in Europa a livello di club e giocare anche per il proprio Paese. Quindi, è importante trovare una soluzione per evitare di mettere a rischio i giocatori e la loro salute”.
A seguito degli inviti alle parti interessate, comprese tutte le confederazioni, all’inizio di settembre, nelle prossime settimane si stanno organizzando discussioni con la Fifa che ha invitato le sue associazioni affiliate a un primo vertice online il 30 settembre 2021. Questa è una delle numerose opportunità per stabilire un dibattito costruttivo e aperto, a livello globale e regionale, nei prossimi mesi.