Sul fronte della lotta al coronavirus c’è anche il problema di chi si rifiuta di vaccinarsi. Anche questo argomento è stato affrontato nel corso della seconda serata del prequel del terzo International Annual Meeting SudeFuturi III – (R)innoviamo il Mezzogiorno. “In Italia c’è il problema dei no vax, che si contrappongono a chi si vaccina -ha chiesto al virologo Robert Gallo la giornalista Paola Bottero, che ha condotto l’evento con il collega Alessandro Russo – Cosa si può fare per far capire a chi non vuole farlo l’importanza della vaccinazione? Come possiamo aiutare chi non è convinto della bontà dei vaccini?”.
“È molto difficile per qualsiasi uomo di scienza spiegare ai no vax perché devono vaccinarsi – ha risposto Gallo – Questo è un problema che c’è in tutto il mondo, anche da noi negli Stati Uniti. Ma è un problema che riguarda tutti e noi dobbiamo spiegare perché ci si deve vaccinare. Non riesco a capire perché hanno tutta questa paura. Tra l’altro per muoversi, per viaggiare, per lavorare bisogna essere vaccinati. Proprio in questo periodo si sta diffondendo un nuovo ceppo del virus che provoca anche problemi neurologici ed episodi di epilessia: tutti devono vaccinarsi e contestualmente si deve aumentare la produzione di vaccini. C’è molta confusione perché anche chi è vaccinato può contrarre infezione, ma non sviluppa la malattia e infetta molto di meno e questo è fondamentale”.
Sulla situazione in Italia, sollecitato da Russo, è Arnaldo Caruso, presidente della Società Italiana di Virologia, a rispondere. “Perché siamo andati avanti con difficoltà? Non abbiamo avuto tutti i vaccini necessari. Il nostro Governo, come quelli degli altri Paesi, ha dovuto fare i conti con i vaccini che si producevano man mano che si andava avanti. Produrre miliardi di dosi di vaccino non è facile e in Italia abbiamo fatto un ottimo lavoro con le risorse che avevamo. Adesso bisogna tener presente, come ha detto Bob Gallo, che la nuova variante colpisce anche a livello neurologico e se avremo una terza dose anche per i soggetti più fragili avremo un virus meno aggressivo e tutti noi saremo molto più protetti”.
“È importante capire che più il virus è libero di circolare più muta perché non incontra resistenza: è come un fiume che non è arginabile in alcun modo – ha proseguito Caruso – Questo virus è entrato nell’uomo nel 2019 e ha continuato a circolare. Il miracolo è avere generato un vaccino efficace in meno di un anno: un passo incredibile per l’umanità. I vaccini sono il solo argine per il virus, che adesso deve fare i conti con la resistenza che stiamo mettendo in atto. Si depotenzierà, ma a patto che noi ci proteggiamo con vaccini”.