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Rivolta nella carceri italiane: sei morti dovute agli psicofarmaci

La situazione è catastrofica, a Foggia sono evasi 50 detenuti, rivolta anche al carcere di Milano, San Vittore e anche al penitenziario di Santa Maria Capua Vetere: troppi fronti aperti. E qualche giorno fa avevamo avvisato ministro e prefetti che la situazione sarebbe degenerata. Serve subito l’intervento dell’esercito, più forze di polizia e se necessaria la chiusura totale delle carceri, i detenuti devono stare chiusi nelle loro celle. Servono leggi straordinarie e pene severissime per chi provoca e partecipa alle sommosse. Anche i danni sono ingenti, almeno 12 milioni di euro di danni. Un appello al buon senso degli altri detenuti di non seguire i rivoltosi e di rimanere tranquilli, nelle loro celle per no peggiorare una situazione già molto critica”.
A tracciare l’impressionante bilancio delle rivolte che nel week-end hanno interessato diversi istituti peniteniziari del Paese, è il portavoce nazionale del sindacato di polizia penitenziaria Spp, Aldo Di Giacomo, il quale aggiunge che “Sono in tutto sei i detenuti morti durante le proteste nelle carceri nel nord del Paese: 3 a Modena, uno ad Alessandria, uno a Verona ed il sesto in un carcere piccolo di cui non posso rivelare il nome. Le morti dovrebbero essere dovute ad assunzione di psicofarmaci – rivela il sindacalista – dato che nelle rivolte sono state prese d’assalto le infermerie. Questo perché i detenuti cercano il metadone. Ed anche perché le salme non sembrano avere segni di violenza“.

Tensioni sia al Nord che al Sud

Per quel che riguarda nello specifico la situazione, a Foggia la rivolta starebbe rientrando e, fortunatamente, non si registrano ne feriti e ne danni materiali.
Diversa invece la situazione a Palermo dove, scongiurata, una ‘fuga di massa’, intorno all’area dell’Ucciardone c’è ancora tensione. Tuttavia a fomentare la situazione, centinaia di parenti dei detenuti che continuano a presidiare le mura circondariali urlando ed inveendo contro le forze dell’ordine.
A Milano si vede del fumo levarsi dal san Vittore, dove I detenuti hanno divelto gli ambulatori e arso materassi e suppellettili. Mentre un cordone di agenti in tenuta antisommossa presidia l’esterno del carcere, è il terzso raggio che continua a creare problemi, proseguendo nella protesta.
Max