Un presunto dipinto di Caravaggio è stato ritrovato, anzi rispolverato, a Tolosa, nella soffitta di una vecchia casa di campagna. Si tratta di un olio su tela di cospicue dimensioni, 144 × 173,5 cm, probabilmente risalente al 1604/1605. Soggetto della tela è Giuditta, eroina biblica raffigurata nellatto di mozzare la testa al nemico Oloferne. Incredibilmente simile al Giuditta e Oloferne conservato nella Galleria Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma e risalente al 1599. Che sia autentico ancora non è stato accertato. Ma le perizie a carico del Louvre inizieranno presto e potranno durare anche 30 mesi. Certo è che lo stile, il sapiente gioco di luci ed ombre, la passionalità dei soggetti raffigurati e la straordinaria somiglianza con la versione conservata a Roma inducono a pensare che sia davvero artefatto del pittore lombardo. Lautenticità sembra essere confermata anche dal testamento e da una copia del dipinto di Louis Finson, artista fiammingo del 600. Quella luce particolare, quellenergia tipica di Caravaggio, senza correzioni, composta da una mano sicura, nonché la materia del dipinto, ci dicono che questo quadro è autentico esulta Eric Tarquin, esperto alla guida dellomonimo studio privato che eseguì la prima expertise sul dipinto. Perché, in realtà, lopera fu scoperta già nel 2014, e dopo una prima perizia, fu sottoposta a vincolo dal Ministero della Cultura in quanto Tesoro Nazionale. Chi invece ancora non se la sente di fare salti di gioia è Mina Gregori, studiosa specialista dellarte di Michelangelo Merisi, la quale per adesso afferma che lolio non è autentico, anche se la qualità è innegabile. Con lei daccordo anche altri studiosi, che ipotizzano possa essere opera di un emulatore. Intanto bisogna rispettare il decreto governativo che, pubblicato il 25 Marzo scorso, impone il divieto di esportare lopera per almeno 30 mesi, il tempo stimato dal Louvre per effettuare gli studi necessari. Qualora fosse considerata autentica, la Francia dovrà sborsare circa 100 milioni di euro per potersela aggiudicare. In tal caso, sarebbe il secondo caso di gemellaggio tra Parigi e Roma dopo quello della Buona Ventura, altro celebre dipinto del Caravaggio, le cui due versioni, peraltro molto simili, sono conservate una al Louvre e laltra ai Musei Capitolini. La quasi assurdità di questa incredibile storia è dovuta anche alla totale casualità del ritrovamento. Solo in seguito ad una perdita dacqua, infatti, gli ignari proprietari dellabitazione si sono visti costretti ad effettuare lavori di riparazione nel solaio, scoprendo così, dopo circa 150 anni, questo grande tesoro. Forse fu proprio un loro antenato, ufficiale napoleonico, ad aver portato il dipinto in Francia.