Sembra quasi assurdo ma, ‘grazie’ all’uso improprio e truce dei social, anziché venire salutata per il suo ritorno a Sanremo dopo 48 anni di assenza (e milioni di dischi venduti nel mondo), una grandissima professionista come Rita Pavone si è addirittura trovata nell’imbarazzante posizione di doversi quasi ‘scusare’. Questo perché qualcuno, ‘regolandosi’ attraverso i like distribuiti dall’artista, o da qualche frase buttate qui e là, si è permesso di ‘costruirle’ una collocazione politica, ed attraverso questa poi ‘delegittimarla’.
Ma lei, la grintosa artista torinese figuriamoci se si piega davanti all’infamità di quattro cialtroni da tastiera. Allora ‘pel di carota’ ha deciso di rivelare oltre di sé, volutamente tenuto segreto per non apparire opportunista (pensate un po’!). Così, rispondendo alle decine di domande che quasi tutti i media italiani le hanno posto circa le sue simpatie sovraniste, la cantante ha replicato “Anche Togliatti era un mio fan e veniva ai miei concerti. Avrei dovuto rifiutare le lodi di Togliatti? E ora dovrei rifiutare quelle di Salvini? State sicuri che io non ho santi protettori. Se li avessi non sarei rimasta fuori da Sanremo per tutti questi anni“.
Così l’agenzia di stampa si è rivolta direttamente a Marisa Malagoli, figlia adottiva di Nilde Iotti e di Palmiro Togliatti, oggi professoressa della Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza. Ebbene, la conferma c’è stata: “Si è vero, a Palmiro Togliatti piaceva Rita Pavone“. Come ha rivelato la sorella di Arturo (l’operaio 20enne, con altri suoi 5 colleghi, morto nell’eccidio delle Fonderie Riunite di Modena il 9 gennaio 1950), l’arcigno segretario del Pci “riteneva la Pavone e Mina brave cantanti rappresentanti le nuove leve“.
Certo una rivelazione che la dice lunga sulla popolarità e la bravura della Pavone, evidentemente trasversale rispetto alle differenze generazionali. Basterà questo a far finalmente tacere le vergognose polemiche di questi giorni?
Max