Nuovi ritrovamenti archeologici a Roma. Si continuano a trovare reperti storici sotto la superficie della capitale, d’altronde c’era da aspettarselo con 2767 anni di storia. Grazie agli scavi della metro C, precisamente vicino la stazione di San Giovanni, che hanno permesso di raggiungere le profondità, altrimenti non raggiungibili, di circa 20 metri, è venuto alla luce un bacino idrico della larghezza di 35 metri per la lunghezza di 70 circa sicuramente il più ampio ritrovato fino ad ora. La responsabile scientifica degli scavi archeologici del cantiere Rossella Rea dichiara: “Si tratta dell’elemento di maggior interesse facente parte un’azienda agricola, che operava nel periodo imperiale. La più vicina al centro di Roma”. La superficie della vasca è più estesa del perimetro del cantiere stesso e non è stato possibile scoprirla tutta. Ha un area di circa un quarto di ettaro e raggiunge le Mura Aureliane, estendendosi fino a piazzale Appio, dove una parte ha intersecato la linea della metro A venendo distrutta dai lavori non essendone stata documentata alcuna esistenza. Il bacino poteva contenere fino a 4 milioni di litri d’acqua, all’interno era rivestito di coccio pesto idraulico e si pensa che l’azienda agricola fosse rimasta in funzione fino al I secolo d.C. Coevi alla grande vasca, sono stati ritrovati altri reperti: forconi a tre punte, tegole, tubuli, antefisse architettoniche, ceste realizzate con rametti di salice, aste di legno con punta di ferro e tavole di legno ben conservate. Molti dei ritrovamenti presentavano uno stesso marchio (TL) prova dell’appartenenza a un unico impianto e uno stesso proprietario, forse un facoltoso liberto.