Temi scottanti – ed in gran parte irrisolti – come l’emergenza abitativa, i rifiuti, il trasporto pubblico, e la viabilità, paradossalmente, rappresentano la punta dell’iceberg, rispetto ad un lunghissimo elenco delle criticità che affliggono – ed in parte caratterizzano – la Capitale.
Ma il tempo stringe, le elezioni incombono e, di fatto, la sindaca sa che ha davvero molto poco da mettere sul piatto rispetto alla giocata. Al momento infatti, a parte il rinnovo della flotta Atac, c’è ben poco di cui fregiarsi.
Altra cosa invece, con un secondo mandato in tasca, poter disporre dei fondi allocati dal Recovery, per poter chiudere alla grande i numerosi cantieri aperti nel cuore della città. Inoltre, c’è da sottolineare che attualmente la Raggi può contare su un vantaggio non da poco: i complicati rapporti politici che hanno corroso la maggioranza politica la guida del Paese, si riflettono anche a livello locale e, dunque, la sindaca non ha attualmente competitor all’altezza.
Quindi, qual miglior momento, per rinnovare i quadri della sua giunta, circondandosi di fedelissimi, pronti ad immolarsi per la causa? Ed ecco che ‘l’arrocco’ pardon, il rimpasto, è servito. Intendiamoci: nessuno pensi all’avvento di un team di ‘servi sciocchi’. La sindaca, opportunamente, ha sì deciso di circondarsi di fedelissimi ma, per coprire ciascuno dei punti nevralgici della gestione cittadina, è andata a pescare per rodata competenza.
Ed ecco quindi che al posto di Bergamo, il nuovo vicesindaco sarà Calabrese, Coia prende in mano le redini dell’assessorato allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro mentre, Lorenza Fruci, è la neo assessora alla Crescita culturale.
Non senza soddisfazione per le scelte effettuate, la Raggi ha dato pubblicamente il benvenuto ai nuovi componenti della giunta, dichiarandosi sicura “che sapranno portare a termine gli obiettivi comuni che abbiamo fissato. Per il bene di Roma e nell’interesse dei cittadini”.
Max