RIFUGIATI: USA ’APRONO’ MA INASPRISCONO I CRITERI SELETTIVI

Trump non ha certo mancato la scadenza col discusso ’travel ban’ e ieri, non facendo certo sconti, a 4 mesi dalla sospensione saranno nuovamente aperte ’le porte’ degli Stati Uniti, ma con norme selettive ancor più severe. Ribadendo infatti l’origine “ad alto rischio” dei cittadini provenienti da 11 paesi, l’amministrazione ha deciso di rivedere le richieste di accoglienza, che subiranno rinvii per altri 90 giorni, così da permettere l’esame di ciascun caso. Come ha spiegato in merito , Elaine Duke, segretario ad interim per la Sicurezza interna, “La sicurezza del popolo americano è la più alta priorità del governo”. Esclusa infatti la Corea del Nord, almeno la metà dei rifugiati giunti negli Usa nel 2017, proviene da paesi a maggioranza musulmana. In particolare, delle 53.716 persone registrate alle frontiere, 22.150 provenivano dalla Siria, dall’Iraq, Iran e Somalia. Nello specifico ricordiamo che gli 11 paesi ’nel mirino’ di Trump vi sono Siria, Iraq, Libia, Iran, Yemen, Mali, Sudan, Sud Sudan, Somalia, Corea del Nord, e persino il Venezuela.
M.