Riforme, rientra la fronda dei senatori Pd

“La nostalgia non e’ categoria della politica: chi vivesse di nostalgia non avrebbe spazio nella politica di oggi”. Il premier Renzi, all’inaugurazione di Pitti immagine uomo, incalza cosi’ chi critica il cambiamento e le riforme. Le parole del presidente del Consiglio, forse indirizzate anche a frange del suo partito, precedono di un’ora la decisione dei 14 senatori del Pd di cessare l’autosospensione dal gruppo annunciata dopo la sostituzione in commissione Affari costituzionali di palazzo Madama dei colleghi di partito Corradino Mineo e di Vannino Chiti. “Un’ottima notizia”, commenta la presidente della commissione, Anna Finocchiaro, ma il caso non e’ ancora chiuso e in una nota congiunta i 14 senatori Pd mettono in chiaro alcuni punti ed esprimono alcune riserve: “Continueremo a sostenere i nostri emendamenti al testo base del Governo che, peraltro, le trattative in corso o in fieri con Lega, Forza Italia e M5s potrebbero ulteriormente modificare”. I 14 accolgono comunque con soddisfazione le dichiarazioni del presidente del Gruppo Pd, Luigi Zanda, in particolare quando afferma che coloro che difendono l’articolo 67 della Costituzione (Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato) “non vengono considerati ’frenatori delle riforme’ o ’ricattatori della maggioranza’, ma colleghi impegnati in una legittima battaglia politica”. Sullo sfondo resta il coinvolgimento del Movimento 5 stelle. FI apre al confronto. “Non abbiamo alcun problema che si allarghi il tavolo delle riforme. Anzi, questo dimostra che avevamo visto giusto nel partecipare con Renzi al ’patto del Nazareno’”, afferma il presidente dei deputarti di Forza Italia, Renato Brunetta. “E proprio per questo – aggiunge – rilanciamo sull’elezione diretta del presidente della Repubblica”. Un’occasione di riflessione ad ampio raggio sara’ sicuramente offerta dalla colazione di lavoro al Quirinale tra Napolitano e Renzi, accompagnato da una delegazione di ministri. Un appuntamento che tradizionalmente precede i Consigli europei e che cade a ridosso del semestre di presidenza.