Riforme, nulla di fatto in commissione. Boschi: ’’Andare avanti a ritmi serrati’’

    Nulla di fatto al termine della riunione della commissione Affari Costituzionali a Palazzo Madama che, dopo aver occupato la mattina a riassumere, con gli interventi dei capigruppo, le posizioni e le modifiche da apportare al testo del governo per la riforma del Senato, ha deciso di aggiornarsi alle 20.30 di stasera. VERSO ODG COMUNE – Manca ancora, insomma, un testo base. Nel frattempo, come ha spiegato la presidente Anna Finocchiaro, si cercherà di elaborare un odg comune maggioranza-opposizione che contenga tutte le ipotesi di modifica condivise. “Presentemo un odg dei relatori che raccoglie il senso del dibattito, anche sulla scorta delle indicazioni presentate questa mattina (martedì, ndr) in commissione dai rappresentanti dei gruppi parlamentari – ha dichiarato la presidente della commissione -. Dopo di che si stabilirà il testo base. Io preferirei che tutto avvenisse in maniera compatta e che ci approssimassimo al campo vero di lavoro della commissione: ossia un testo sul quale i singoli senatori e i gruppi possano presentare gli emendamenti”.IL GOVERNO – “Il testo può essere modificato rispetto alla versione uscita dal Consiglio dei ministri – ha ribadito il ministro alle Riforme Maria Elena Boschi – Il governo è disposto a accettare le modifiche che sono emerse nel dibattito in commissione, ma chiaramente non può essere stravolta la filosofia che sta alla base del ddl che è frutto di un’indicazione dei partiti di maggioranza e anche di Forza Italia che ha aderito a un percorso che tiene insieme le riforme costituzionali e la legge elettorale”. “Sappiamo bene – ha aggiunto Boschi – che una o due settimane di ritardo rispetto alla data del 25 maggio non sono un problema, ma non possiamo rallentare le riforme. Le attendono i cittadini ed è intenzione del governo e del Pd andare avanti a ritmi serrati“.LA PROPOSTA CALDEROLI – Il rinvio, dunque, è arrivato dopo una mattinata di botta e risposta a colpi di ordini del giorno. Tra le proposte quella del leghista Roberto Calderoli che prevede: 151 senatori e 400 deputati, governo che mantiene il rapporto fiduciario con la sola Camera e Senato ’riconvertito’ come Camera delle regioni e delle autonomie. L’assemblea sarebbe costituita dai presidenti delle giunte regionali, dai presidenti delle province autonome di Trento e di Bolzano, dai sindaci dei comuni capogruppo di regione e di provincia autonoma, nonché da senatori regionali eletti in ciascuna regione, per arrivare al numero complessivo di 151.