In parte lo aveva già preannunciato Renzi nei giorni scorsi, ora è il presidente del Senato a sottoscriverlo ufficialmente: “Considero non inammissibili (l’inammissibilità è infatti riferita al merito) ma irricevibili gli stessi emendamenti, fermi restando invece quelli già ricevuti dalla presidenza della commissione Affari costituzionali e ripresentati in assemblea, al netto di quelli ritirati”, riferendosi aglli oltre 80 milioni di emendamenti presentati da Calderoli al ddl riforme. Tuttavia, rimangono ancora i 500mila depositati in commissione e ripresentati in aula. Dopo aver giustamente definito ’abnorme’ , Grasso ha dovuto dichiararli inamissibili “per rispettare i tempi stabiliti dal calendario dei lavori, in quanto la presidenza è oggettivamente impossibilitata a vagliarli, se non al prezzo di un precedente capace di bloccare i lavori per un tempo incalcolabile”. Qualcuno ha fatto notare che per vagliarli tutti con la meritata attenzione, ci sarebbero circa 17 anni. “E’ abnorme il numero di 85 milioni di emendamenti? Può darsi, ma non è abnorme un governo che si rifiuta di parlare con la sua stessa maggioranza e con l’opposizone? Tra Italicum e riforma costituzionale credo che sia in atto una deriva autoritaria”, ha replicato in aula Calderoli. “Quanto il ministro Boschi parla di ’misure eccezionali’ per limitare il numero degli emendamenti a me vengono in mente i tribunali speciali del ventennio fascista”, ha rincarato il senatore del Carroccio.
T.