Quota 100 non verrà rinnovata, per le pensioni nella Manovra 2022 ci sarà un graduale ritorno alla normalità. Parola del premier Mario Draghi, mentre la Lega di Matteo Salvini cerca una “mediazione ragionevole” per quota 102, con attenzione particolare ad alcune categorie di lavoratori come i precoci o coloro che lavorano in aziende con meno di 15 dipendenti. Il quadro è in evoluzione dalla scorsa settimana, quando il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Documento programmatico di bilancio.
Il destino di Quota 100 “è oggetto di discussione della legge di bilancio, che presenteremo la settimana prossima. Io ho sempre detto che non condividevo Quota 100: ha una durata triennale e non verrà rinnovata”, ha detto il presidente del Consiglio rispondendo ad una domanda a Bruxelles, nella conferenza stampa successiva al Consiglio europeo. “Quello che occorre fare -ha aggiunto- ora è assicurare gradualità nel passaggio alla normalità. E’ questo l’oggetto della discussione oggi. Occorre essere graduali. I dettagli verranno resi noti nel corso della legge di bilancio”.
“Mi pare che il presidente del Consiglio abbia già risposto, quota 100 si tocca e io credo che sia anche un bene che si tocchi perché penso che i numeri ci dicano che al suo interno aveva delle distorsioni che andavano affrontate”, ha fatto eco da Napoli il ministro del Lavoro Andrea Orlando. Le “distorsioni” citate da Orlando sono “il trattamento uguale a situazioni diverse, sono andate in pensioni prevalentemente i dipendenti di grandi imprese e pubblico impiego, e il fatto che il 70% degli utilizzatori sono stati uomini. Queste due cose vanno corrette, accettando una graduale uscita che quota 100 ha rappresentato”.
La Lega, nel Consiglio dei ministri di martedì, ha espresso una “riserva politica” sul nodo pensioni. La proposta del governo -trasformare quota 100 in quota 102 nel 2022 e quota 104 nel 2023- non ha convinto i leghisti. Nel Documento programmatico di bilancio, per gli interventi sulle pensioni, figuravano un miliardo e mezzo di euro per tre anni: la cifra avrebbe lasciato poco spazio all’immaginazione riguardo alle vie d’uscita percorribili, non ultima quella di virare su quota 103 per i due anni interessati, soluzione caldeggiata nelle ultime 24 ore.
Ma, a quanto apprende l’Adnkronos da fonti di governo, proprio per evitare incidenti e non scontentare una Lega ‘nervosa’, l’esecutivo starebbe cercando risorse aggiuntive da inserire in manovra. Un miliardo in più che, aggiunto all’1,5 mld già nel Dpb, consentirebbe soluzioni più digeribili per il Carroccio. Tra queste, quella sulla quale spingerebbero i leghisti nelle ultime ore potrebbe prevedere il ricorso a quota 102 per il 2022 e 2023, con l’aggiunta di un potenziamento degli ‘scivoli’ per i lavoratori delle pmi.
“La Lega lavora ad una mediazione ragionevole, che potrebbe essere quota 102 con strumenti per consentire la pensione ad alcune categorie specifiche come i lavoratori precoci o per quelli di imprese sotto i 15 dipendenti”, hanno fatto sapere fonti del partito guidato da Matteo Salvini. “La Lega è tendenzialmente favorevole a fondi da destinare direttamente ai lavoratori per consentire loro e non all’azienda una libera scelta sulla propria pensione”.
Salvini in maniera esplicita ha ribadito che “il ritorno alle legge Fornero è incompatibile con la realtà. Io e il presidente Draghi stiamo lavorando per tutelare il diritto al lavoro e alla pensione, l’importante è non tornare alla legge Fornero. Chiamarla Quota 100 o Quota y non importa, quello che conta è che dal 1 gennaio tu non porti via 6-7 anni di vita ai lavoratori”, ha detto. “Io non sono affezionato ai nomi, mi interessa che nei contenuti dal 1 gennaio i lavoratori vedano tutelati i loro diritti. Ci stiamo lavorando con Draghi, partendo dalla tutela dei lavoratori precoci e dei dipendenti delle piccole imprese, troveremo sicuramente una soluzione positiva”, ha affermato.