Il cambio di rotta del M5S sulla riforma Cartabia della giustizia? “Scoperta dalle agenzie”. Tra le file dei parlamentari del Movimento di Camera e Senato monta la rabbia, per una riforma che riscrive la legge Bonafede sulla prescrizione. La mediazione uscita dal Cdm -ovvero tempi più lunghi per i processi legati a reati contro la P.A., a partire da concussione e corruzione- era già sul tavolo in tarda mattinata, quando i ‘big’ del M5S si riuniscono, presente anche l’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede, e decidono la linea: astensione. Poi qualcosa cambia in corso d’opera.
Il Cdm slitta di quasi due ore per consentire una riunione dei ministri M5S, segue il faccia a faccia con il premier Mario Draghi e la responsabile della Giustizia Marta Cartabia. Si decide per il sostegno alla riforma. Secondo il Fatto quotidiano, dietro il cambio di rotta ci sarebbe il pressing di Beppe Grillo, spinto dallo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi a spronare i suoi. Ma i parlamentari, soprattutto quelli delle commissioni Giustizia, non ci stanno. “I ministri dovranno spiegare”, il messaggio che rimbalza nelle chat. Dove forte è il malcontento e la rabbia per quello che qualcuno definisce “uno schiaffo”.
Anche Bonafede, a quanto apprende l’Adnkronos da fonti beninformate, sarebbe rimasto all’oscuro della decisione assunta poco prima dell’inizio del Cdm. E a nulla sarebbero valsi -apprende sempre l’Adnkronos- i messaggi che l’ex premier Giuseppe Conte avrebbe mandato ai ministri per convincerli a non cedere, difendendo la legge Bonafede fino all’ultimo. Anche perché mentre Conte si spendeva per difendere la legge del suo governo, Grillo faceva l’esatto opposto: il fondatore del Movimento non si sarebbe infatti limitato a contattare solo i ministri, ma gran parte dei big grillini.
Ora le ‘truppe’ parlamentari masticano amaro e chiedono lumi. E che i ministri grillini vedano o meno i parlamentari per chiarire, il vero problema è un altro: i possibili contraccolpi sulla riforma Cartabia quando il testo approderà alla Camera, il prossimo 23 luglio. Lì il percorso della riforma della giustizia penale potrebbe complicarsi e dare spazio a maggioranze ‘variabili’, visto che tutto il centrodestra, Fdi compresa, sostiene la ‘riscrittura’ della legge Bonafede. Un fortino caduto con tutti i contraccolpi del caso.
Le ultime 24 ore restituiscono infatti lo scatto fedele della distanza siderale che ormai divide Conte e Grillo. Che, in queste ore -racconta all’Adnkronos chi gli è vicino- non avrebbe fatto mistero del fastidio per la presa di posizione pubblica di Conte contro la riforma Cartabia. Ma anche l’ex presidente del Consiglio, riporta chi ha avuto modo di parlargli nelle ultime ore, sarebbe preoccupato e non poco per un Grillo sempre più in prima linea, affatto disposto a fare un passo indietro e ad assumere semplicemente il ruolo del garante e custode delle regole 5 Stelle.
Per i ‘pontieri’ la partita si complica, benché, nonostante il millantato ottimismo dei giorni scorsi, risultasse complicata sin dall’inizio. “Speravamo di chiudere nel weekend, ma quel che è accaduto potrebbe avere delle conseguenze e allungare i tempi. Ora è più complicato far dialogare le due fazioni”, dice all’Adnkronos uno degli ‘sminatori’ al lavoro.
E mentre sul nuovo blog il Movimento prova a “fare chiarezza” sul tema della prescrizione, attribuendosi il merito di aver salvato una riforma “che gli altri partiti avrebbero voluto cancellare del tutto, con un colpo di penna”, sui social parte il fuoco di fila dei parlamentari ‘contiani’. “Se non conti nulla meglio stare fuori” dall’esecutivo, attacca l’ex sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi, fedelissimo di Bonafede.
Per Giulia Sarti “non ci sono più le condizioni per restare nel governo Draghi”: “Continuerò a fare le barricate in Parlamento perché ora gli emendamenti della ministra Cartabia, compreso quello sulla prescrizione, verranno depositati in Commissione Giustizia alla Camera e di certo, si capirà la differenza tra chi difende valori e i principi del M5S e chi invece accetta supinamente in nome del falso senso di responsabilità, tutto quello che viene propinato”, promette la parlamentare riminese.
Il senatore Gianluca Perilli parla senza mezzi termini di “ferita” e di “sconfitta politica per tutti”: “Noi parlamentari avremo il diritto e dovere di discutere liberamente la proposta uscita ieri dal Cdm e che arriverà sotto forma di emendamenti del governo. All’esito dei risultati ottenuti -aggiunge l’ex capogruppo M5S a Palazzo Madama- dovremo inevitabilmente trarre le relative conclusioni con onestà e coraggio”. (di Ileana Sciarra e Antonio Atte)