“Apprezzo il lavoro della ministra Cartabia, si è molto impegnata, ma io non canterei vittoria, non sono sorridente sull’aspetto della prescrizione, siamo ritornati a una anomalia italiana”. Lo dice l’ex premier Giuseppe Conte intervenendo durante il convegno dei giovani imprenditori di Confindustria, in merito alla riforma della giustizia varata ieri dal Cdm.
“Se un processo svanisce per nulla per una durata così breve non può essere una vittoria per lo stato di diritto”, ha detto. “Delle mediazioni erano state offerte, ci sono mille espedienti per assicurare una durata ragionevole dei processi accertando la verità”, ha proseguito Conte, aggiungendo che “i principi costituzionali sono fondamentali” e il nuovo Movimento 5 Stelle “dovrà rispettarli”.
Arriva anche il post di Alfonso Bonafede, ex ministro della Giustizia. Secco, durissimo, per quanto dai toni garbati, dell’ex Guardasigilli, che dice no alla riforma Cartabia che di fatto stravolge la sua legge sulla prescrizione. E critica apertamente la posizione assunta dal M5S, che alla fine, dopo un grande travaglio interno,ha detto sì alla riforma Cartabia. “Purtroppo – mette nero su bianco – ieri il M5S è stato drammaticamente uguale alle altre forze politiche nonostante fosse trapelata la volontà di un’astensione. Per ripartire, se si vuole veramente ripartire, bisogna avere la consapevolezza dei propri limiti: nell’unanimità improvvisata di ieri che ha visto tutti insieme a tutti, si è inevitabilmente e oggettivamente annacquata una battaglia durata dieci anni”.
“La giustizia non è una questione personale. Non è, o non dovrebbe essere, un campo di sfida propagandistica tra forze politiche. Non è una bandierina e non deve essere posta sotto il ricatto asfissiante dei pregiudizi ideologici – mette in chiaro – La giustizia è il momento in cui ogni Stato mette alla prova la propria capacità di proteggere i diritti dei cittadini. Qualcuno approfitta della riforma del processo penale passata ieri in consiglio dei ministri, con il timoroso e ossequioso benestare dei ministri M5s (che non hanno avuto nemmeno il tempo e la possibilità di analizzare la proposta), per attaccare me e le battaglie che ho portato avanti (e che rifarei domattina, a testa alta, senza battere ciglio)”.
“Mi dispiace che quel qualcuno non si renda conto che in un processo che si conclude nel nulla (che questo nulla si chiami prescrizione o improcedibilità poco importa) c’è il più grande e grave fallimento di uno Stato di diritto. Chiarisco subito che ho sinceramente apprezzato i tentativi della Ministra Cartabia di trovare una sintesi oggettivamente difficile: tuttavia, è evidente (e legittimo) che sulla prescrizione la pensiamo in maniera diversa”. Per Bonafede, “la norma votata ieri, a mio modesto parere, rischia di trasformarsi in una falcidia processuale che produce isole di impunità e che, comunque, allungherà i tempi dei processi”.
“E’ vero – aggiunge poi – Parliamo di una norma che non andrà a regime prima del 2024 e che “concede” un po’ di tempo in più per i reati di corruzione. Ma è veramente troppo poco perché è troppo lontano da quello che abbiamo promesso e realizzato. Ma, al netto del merito, voglio ribadire che la battaglia sulla prescrizione, mia e (fino a ieri mattina) di tutto il M5s, non è (e non è mai stata) una questione personale: si tratta di una questione, anzi di un’ambizione, istituzionale. L’ambizione di realizzare un sistema giustizia capace di dare sempre una risposta ai cittadini che si rivolgono allo Stato per tutelare i propri diritti”.
“Credo fermamente che la legge sulla prescrizione contenuta nella c.d. “spazzacorrotti” abbia dato la speranza a tanti cittadini di avere un sistema giudiziario più serio e credibile”. Dunque la critica al Movimento, ieri “drammaticamente uguale alle altre forze politiche”.